
Affrontare i temi cruciali del mondo del vino attuale, e quindi dalla creazione del valore alla gestione del climate change, dai cambiamenti di mercato al rapporto alcol-salute. Il tutto con un approccio pratico con idee da realizzare, riflessioni condivise ed azioni efficaci: ecco gli obiettivi del summit “Envisioning2035 Wine (R)evolution - Piano strategico per il vino italiano”, stesso titolo del primo Manifesto di tutta l’industria vitivinicola italiana, che è stato lanciato, oggi, alla Terrazza Belvedere, nel Palazzo Regione Lombardia, a Milano, promosso da FreedL Group, la multinazionale italiana a conduzione familiare, fondata da Edoardo Freddi nel 2018 - che investe e cresce nel mondo del food & beverage e di cui fa parte anche Edoardo Freddi International, una delle più avanzate realtà italiane dedicate all’export, con oltre 60 cantine, con marchi che vanno da Marchesi di Barolo a San Michele Appiano, da San Leonardo a Suavia, da Villa della Torre a Michele Satta, da Vallepicciola a Citra, da Montevetrano a Librandi, da Mottura a Pellegrino 1880, per citarne alcune - ed Ettore Nicoletto, manager di lungo corso del mondo del vino e tra i promotori, negli anni scorsi, del think tank “Vision 20/30”. Un summit che ha riunito istituzioni, imprenditori ed esperti internazionali per analizzare tendenze e criticità del settore, con l’obiettivo di definire strategie condivise per rafforzare la competitività del vino italiano a livello globale.
Pur in un momento non privo di difficoltà, il mondo enoico italiano è solido. Le certezze partono dai numeri e dai dati (Nomisma Wine Monitor by Denis Pantini) che attestano il ruolo socio-economico del vino in Italia: 30.000 imprese che fatturano 16 miliardi di euro (di cui 8,1 miliardi di euro di export) e che occupano 74.000 persone. Ancora, 681.000 ettari coltivati a vite da vino, di cui il 60% in collina e montagna, ed il 19% secondo metodi biologici. E se l’Italia è il primo esportatore mondiale di vino per volumi e secondo a valore (8,1 miliardi di euro contro gli 11,6 della Francia) con una leadership nell’export di vino in 46 Paesi esteri, considerando anche che negli ultimi 10 anni è aumentato a valore del +41% il prezzo medio all’export di vini fermi imbottigliati, negli scenari futuri si intravedono ancora opportunità, ma anche qualche minaccia. Nel mondo, come è noto, sono calati i consumi di vino: si è passati dai 236 milioni di ettolitri nel 2019 ai 214 milioni del 2024. Però, al contrario di quanto accaduto alla Francia (zavorrata dal calo dello Champagne), l’export di vini italiani è cresciuto, grazie al traino degli spumanti (+8,9% nel 2024 nei confronti del 2023), specie del Prosecco Dop (+11,1% l’export in valore). In Italia, complice il cambiamento dei gusti dei consumatori, cresce il consumo di spumanti, mentre si riduce quello di vino rosso.
Ma al Summit si è fatto il punto su tutto il comparto vino sotto varie angolazioni, insieme ad alcuni dei più importanti protagonisti del settore, da Danny Brager, consulente bevande alcoliche “Brager Beverage”, a Gabriele Castelli, responsabile area giuridico-amministrativa Federvini, da Roberta Crivellaro, managing partner Withers, a Luca Ferrari, partner Withers, da Vladi Finotto, direttore Master Economia agroalimentare Università Ca’ Foscari Venezia, ad Edoardo Freddi, esportatore e ceo FreedL Group, da Roberta Garibaldi, presidente Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, a Priscilla Hennekam, wine influencer e consumer expert, da Robert Joseph, giornalista e wine expert, a Christine Mauracher, direttore Master Food e wine Università Ca’ Foscari Venezia e presidente Società di Economia Agroalimentare, da Alessandro Mutinelli, ceo Italian Wine Brands, ad Ettore Nicoletto, Industry Expert, da Denis Pantini, responsabile Nomisma/Wine Monitor, a Fabio Piccoli, direttore “Wine Meridian”.
Alessandro Beduschi, Assessore Agricoltura Regione Lombardia, ha sottolineato come “il settore vitivinicolo italiano è un’eccellenza strategica per la nostra economia e cultura, ma deve affrontare sfide complesse per mantenere la sua competitività a livello globale. Iniziative come “Envisioning2035 Wine (R)evolution” rappresentano un’occasione preziosa per mettere a confronto esperienze, idee e visioni, con l’obiettivo di costruire una strategia condivisa e innovativa. Regione Lombardia è al fianco degli imprenditori e degli operatori del settore per sostenere questo percorso di crescita e valorizzazione. Negli ultimi 15 anni, il valore dell’export dei vini lombardi è quasi raddoppiato, passando dai 176 milioni di euro del 2009 agli oltre 312 milioni di euro del 2024. Questo grazie a una ricerca costante dell’eccellenza. Infatti, la Lombardia contribuisce per il 3% alla produzione vitivinicola nazionale, ma vanta l’8% delle Denominazioni di Qualità italiane”.
Ma, secondo Edoardo Freddi, “non basta produrre ottimo vino. Bisogna saperlo raccontare, vendere e adattarsi a un mondo che cambia. Servono visione strategica, collaborazione tra imprese e investimenti sul capitale umano. In questo quadro, si individuano cinque ambiti prioritari su cui agire: innovazione di prodotto, apertura a nuovi mercati, evoluzione dei canali distributivi, aggregazione tra imprese e valorizzazione del capitale umano”. I mercati tradizionali (Usa, Germania, Uk, Svizzera e Canada) restano centrali, ma mostrano segni di maturità. Serve pertanto rafforzare la presenza con strategie più sofisticate e allo stesso tempo esplorare nuovi sbocchi come Asia-Pacifico (per esempio, Corea del Sud, Vietnam, Thailandia e Filippine), ma anche Africa, America Latina e Caraibi (in primis in Paesi come Messico, Colombia e Brasile). Freddi ha aggiunto che “ho deciso di promuovere, attraverso FreedL Group, questo summit insieme a Ettore Nicoletto perché sento, prima di tutto da persona profondamente coinvolta in questo settore, la necessità di aprire uno spazio di dialogo vero. Il vino italiano ha bisogno di un momento strutturato di riflessione collettiva. Come imprenditori, sentiamo la responsabilità di facilitare il confronto e stimolare una visione condivisa, che guardi oltre le singole aziende e punti al rafforzamento competitivo del nostro sistema Paese. Questo è solo il primo passo di un percorso che vogliamo rendere continuativo e sempre più inclusivo”.
Per l’occasione è stato presentato il “Manifesto Envisioning2035”, documento strategico per lo sviluppo del comparto che, attraverso l’analisi delle aree di debolezza e miglioramento, punta ad elaborare e offrire misure e proposte dirette per rendere più competitivo e performante il sistema vitivinicolo italiano.
Italian Wine Brands, prima azienda italiana quotata nel settore vitivinicolo e “ambassador” del vino italiano di qualità all’estero, ha partecipato al dibattito con l’intervento del presidente e ad, Alessandro Mutinelli, che ha preso parte alla sessione “Quali strategie di vendita per navigare con successo attraverso le turbolenze del contesto attuale”. Per Mutinelli “in un momento sfidante per il mondo del vino è importante condividere una visione del futuro, ascoltando tutte le voci, in particolare quelle provenienti dai consumatori, per mettere in azione iniziative dirette allo sviluppo di tutto il settore, che rappresenta una parte consistente dell’agroalimentare italiano. Come Iwb partecipiamo e diamo il nostro contributo, basato su una visione globale del mercato e su un modello di crescita che unisce sostenibilità, innovazione e capacità industriale”.
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