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L’export salva le sorti del vino italiano ... I consumi interni, segnala un’indagine Assoenologi, sono sempre più modesti. E i bianchi sorpassano i rossi... Il vino italiano nel 2010 è stato salvato dall’export, ma i consumi interni sono sempre più modesti. È quanto evidenzia il Report annuale di Assoenologi segnalato dal portale Winenews.it: il business del settore è rimasto complessivamente stabile rispetto al 2009, rimanendo sui 13,5 miliardi di euro, con una netta flessione di introiti nei primi mesi dell’anno poi recuperata nei mesi successivi sui mercati internazionali. Dal punto di vista della produzione, nel 2010, l’Italia ha prodotto 45,5 milioni di ettolitri di vino, più o meno quanto nel 2009 ma circa il 3,3% in meno sulla media quinquennale, attestata su 47 milioni di ettolitri. Questo significa che a livello strutturale il settore si sta contraendo sensibilmente: nel 2000, si produssero ben 54,1 milioni di ettolitri.

Diminuisce il consumo nazionale

Sul fronte dei consumi interni, gli italiani sono arrivati a meno di 43 litri procapite, un valore, secondo Assoenologi, destinato a calare ulteriormente. Si prevede infatti che i consumi possano addirittura scendere sotto i 40 litri entro il 2015. Anche la superficie destinata alla produzione di uve da vino continua a calare: in Italia nel 1990 era di 970.000 ettari e oggi è di 702.000 (-27,6%), in parte bilanciata da una maggiore specificazione e un deciso incremento della superficie azienda/ettaro, che è quasi triplicata, passando da una media di 1 ettaro degli anni ’90 ai quasi 3 ettari di oggi. Negli ultimi vent’anni si sono comunque persi 268.000 ettari, ovvero più di quanti ne hanno oggi Lombardia, Puglia e Sicilia messe insieme.

I bianchi battono i rossi

Buone nuove, invece, arrivano dai mercati esteri. Se il 2009 era stato caratterizzato dalla instabilità dei mercati internazionali, la situazione è decisamente cambiata nei primi mesi del 2010. “Da febbraio si è registrata - ha spiegato il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli - un’inversione di tendenza tanto che gli ultimi dati disponibili parlano di vendite all’estero in crescita dell’8,1% in quantità e del 9,8% in valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. “L’anno appena passato è stato - aggiunge Martelli - molto importante per il vino italiano, caratterizzato da una prima parte concentrata al recupero delle perdite imputabili alla crisi finanziaria internazionale e da una seconda, in particolare l’ultimo trimestre, improntata alla crescita dei volumi e valori. Tra gli aspetti positivi è da rilevare la crescita dei mercati extra-europei e la contemporanea crescita del valore medio unitario, che ha dato un respiro alle imprese. Le stime prevedono un valore export intorno ai 3,8 miliardi di euro e un volume di 22 milioni di ettolitri”. Il report evidenzia infine lo storico sorpasso dei vini bianchi su quelli rossi: i primi avrebbero ormai raggiunto il 60% del totale delle vendite mentre i rossi e i rosati sarebbero scesi al 40%, capovolgendo così la situazione rispetto a dieci anni fa.

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