“Importante a livello di metodo, perché grazie alla regia di S&D e del Ministri delle Politiche Agricole lo riproporremo come appuntamento fisso prima di ogni Consiglio dei Ministri Ue. Ma il primo “European Forum of wine producing countries” oggi a Vinitaly è stato importante anche dal punto di vista dei contenuti”: così a WineNews Paolo De Castro, eurodeputato della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue.
“Oggi abbiamo avuto un giro di orizzonte su temi importanti. C’è stata una battaglia importante sui vitigni identitari, e grazie a questo coordinamento, i rapporti che abbiamo costruito con gli amici spagnoli, portoghesi e francesi, siamo riusciti a venirne a capo. In un’Europa a 28 se non ci sono dei momenti di coordinamento forte, tra delegazioni che condividono gli stessi interessi, è difficile lavorare. Su interessi che riguardano 6 o 7 Paesi al massimo su 28, come il vino, noi abbiamo la necessità di coordinarci meglio per essere più forti e più incisivi. Per non arrivare a banalizzare problematiche che invece per noi sono molto serie. Come ad esempio la tutela delle Dop e per il mantenimento della legge in vigore, e sulla sua estensione non solo all’interno dell’Europa, ma anche il più possibile negli accordi internazionali, come Ttip, ma anche col Messico, col Giappone, con l’America latina, sui cui stiamo lavorando”.
Altro tema discusso quello dell’Ocm vino: “siamo tutti convinti che funzioni, e quindi tutti abbiamo detto con un’unica voce che le cose che funzionano, non le vogliamo cambiare. Le possiamo aggiustare e migliorare, semplificarle, lo spazio c’è. Come per il tema delle autorizzazioni: l’1% di aumento massimo all’anno della superficie vitata va reso più flessibile. Già noi in Italia abbiamo raccolto molte più richieste della disponibilità e non vedo perché non si debba rendere più flessibile questo parametro, dando soddisfazione ad una crescita che è legata soprattutto all’export. Il vino – aggiunge De Castro - è un settore che va governato, e per competitività e promozione, con l’Ocm, gli strumenti ci sono. E ora sembra ci sia anche un miglior coordinamento a livello nazionale, per evitare che queste risorse si perdano nei meandri della varie richieste locali, mentre vanno investite in bei progetti nazionali di ampio respiro. La linea l’ha dettata Renzi, con questo suo obiettivo dei 50 miliardi di euro di esportazioni, che è un traguardo possibile. Siamo arrivati a quasi 36 nel 2015, la crescita continua ad essere sostenuta. E mi auguro che questo bel gioco di squadra, anche a livello costituzionale, aiuti le imprese ad essere più forti e competitive”.
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