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IMU AGRICOLA: ECCO COME CAMBIA LA PRESSIONE SULL’AGRICOLTURA. IL MINISTRO MARIO CATANIA: “L’IMPEGNO DEL GOVERNO DIRETTO AD EVITARE CHE VENGA COMPROMESSA LA REDDITIVITÀ DELLE IMPRESE”. ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA: “MIGLIORAMENTI APPREZZABILI”

La cattiva notizia è che l’Imu agricola non sparirà, quella buona è che nel disegno di legge di delega fiscale ci sono dei miglioramenti. Innanzitutto, dalla revisione del sistema catastale è escluso il catasto dei terreni agricoli, mentre per quanto riguarda le imposte sui redditi, le nuove misure contenute nel disegno di legge di delega fiscale per le imprese non si applicano al settore agricolo, che pagherà secondo l’attuale sistema, basato sul reddito agrario derivante dal catasto. Altra buona notizia: il Ministero delle Politiche Agricole, di concerto con quello dell’Economia, potrà riclassificare i Comuni e riposizionarli, alla luce della effettiva redditività, nelle categorie di Comuni svantaggiati o montani. L’Imu resterà, ma saranno esentati i fabbricati rurali ad uso strumentale ubicati nei Comuni montani o parzialmente montani, saranno introdotte una franchigia (fino a 6.000 euro di valore) ed una riduzione d’imposta (fino a 32.000 euro di valore) e l’acconto con scadenza giugno 2012 verrà ridotto al 30%, e nel caso in cui il gettito fosse superiore alle previsioni, verrà ridotta l’aliquota di dicembre. E le associazioni di categoria, Confagricoltura e Copagri in testa, parlano di “miglioramenti apprezzabili in un quadro più sopportabile”.

Focus - Le parole del Ministro Mario Catania
“Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri un disegno di legge recante una delega al Governo in materia fiscale. Parallelamente - spiega il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania - la Camera dei Deputati sta procedendo nei lavori di conversione del decreto legge concernente semplificazioni in materia fiscale. Considerata la rilevanza dei due provvedimenti appare opportuno precisare gli effetti per il settore agricolo: le misure in questione comportano indubbiamente un sacrificio per gli agricoltori, particolarmente in relazione all’Imu, ma questo onere deve essere messo in relazione alla fase economica che stiamo attraversando, e che ha costretto a forti sacrifici l’intera società italiana. Le disposizioni per la fiscalità agricola testimoniano, però, l’impegno del Governo diretto ad evitare che venga compromessa la redditività delle imprese, in una visione che tutela la specificità del settore. Le correzioni introdotte per l’Imu e le scelte adottate nel disegno di legge di delega fiscale assicurano un quadro complessivo che consentirà alle aziende agricole una proficua prosecuzione del proprio impegno produttivo. L’insieme delle misure concernenti la fiscalità agricola - ha concluso il Ministro Catania - dovranno ora completare l’esame parlamentare che auspico possa essere positivo”.

Focus - Le reazioni delle organizzazioni di categoria
“Non abbiamo mai rifiutato di dare il nostro contributo di sacrifici per il risanamento del Paese - spiega il presidente Confagricoltura Guidi - e, in particolare per quanto riguarda l’Imu, il sacrificio, seppur alleviato dalle ultime novità su catasto, fabbricati e terreni agricoli, resta pesante, ma il quadro complessivo si presenta, anche per quanto concerne le imposte sui redditi, più sopportabile dalla realtà economica delle imprese”.
“Un segnale importante che dimostra attenzione del governo nei confronti dell’agricoltura. E di ciò diamo atto all’impegno svolto dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania - spiega sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi - che ha permesso di salvaguardare le peculiarità del mondo agricolo, evitando che un’ulteriore pressione fiscale vada a pesare sulle imprese che stanno vivendo una fase estremamente difficile. Ovviamente, resta il problema dell’Imu che, nonostante le correzioni ottenute grazie all’azione svolta dalle organizzazioni professionali anche in nodo congiunto, resta un onere gravoso per gli imprenditori del settore. È significativo che dalla revisione del sistema catastale siano stati esclusi i terreni agricoli e i fabbricati rurali e che, oltre ad una serie di semplificazioni fiscali, le nuove norme sulle imposte sui redditi non si applicano all’agricoltura. La questione dell’Imu, invece, rimane un elemento condizionante per l’attività agricola. Più volte abbiamo sostenuto che anche gli agricoltori - ha concluso il presidente della Cia - sono pronti ai sacrifici che la situazione del Paese impone. Ma è necessario che ci sia equità e sostenibilità. Un problema, quindi, in più per le imprese che sono costrette a operare in un contesto carico di ostacoli e gravami. Indubbiamente, le misure di carattere fiscale del governo rasserenano uno scenario sempre carico di nubi minacciose”.
“Apprezziamo l’impegno che il Ministro Catania sta profondendo affinché l’agricoltura esca dalla manovra fiscale che interessa in modo gravoso il Paese - commenta il presidente Copagri Franco Verrascina - senza che questa eluda le peculiarità del settore e vada a comportare, quindi, un calo di redditività che potrebbe essere causa di chiusura di numerose imprese, già colpite da costi produttivi che non sono più neanche coperti dai ricavi. Le ultime novità annunciate dallo stesso Ministro ci parlano di una revisione del sistema catastale che esclude il catasto dei terreni agricoli, di mantenimento dell’attuale sistema, fondato sul reddito agrario derivante dal catasto, per il calcolo delle imposte sui redditi, di esenzione dei fabbricati rurali ad uso strumentale nelle aree montane, di garanzie rispetto all’eventuale superamento del gettito previsto per l’Imu agricola: insomma atti degni di nota che ci auguriamo restino tali quando il tutto diverrà legge ed entrerà in vigore. Solo sull’Imu, tuttavia, continuiamo ad auspicare fortemente un ravvedimento che conduca all’esenzione per tutte le strutture strumentali, che sono alla base dell’attività produttiva in agricoltura. I sacrifici ci saranno indubbiamente e gli agricoltori nei limiti della sostenibilità, pur considerando la straordinarietà della fase economico finanziaria del Paese, non si sono mai tirati indietro e così sarà anche stavolta, ma quest’ultima ci sembra davvero una misura tutt’altro che condivisibile se si vuole considerare in modo adeguato lo stato attuale ed il potenziale dell’agricoltura italiana”.

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