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MERCATI MONDIALI

In 5 anni l’embargo russo sul cibo Ue è costato 1 miliardo di euro al made in Italy

Così la Coldiretti nella visita del presidente Putin in Italia. Al danno diretto si aggiunge la beffa della crescita dei prodotti “italian sounding”
Coldiretti, EMBARGO, MADE IN ITALY, PUTIN, RUSSIA, Non Solo Vino
Russia, l'embargo costa 1 miliardo al made in Italy, e cresce l'Italian Sounding

Se l’agroalimentare made in Italy guarda con preoccupazione ai nuovi dazi che potrebbero essere introdotti dagli Usa, che andrebbero a colpire un export wine & food italiano verso gli states che nel 2018 ha superato i 2,8 miliardi di euro, la certezza è che l’embargo imposto dalla Russia, dal 2014, come ritorsione alla decisione dell’Unione Europea di applicare sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina, è già costato ai produttori italiani oltre 1 miliardi di euro in 5 anni, a causa del blocco che ha colpito una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, ma anche da Usa, Canada, Norvegia ed Australia. Lo ricorda la Coldiretti, per la visita del Presidente Vladimir Putin in Italia, la prima ufficiale dopo il 2015, ad Expo Milano.

L’agroalimentare italiano - spiega la Coldiretti - è infatti l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni dei prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura come le mele, soprattutto della varietà Granny Smith dal colore verde intenso e sapore leggermente acidulo particolarmente apprezzate dai cittadini russi.

“Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante che si riprenda la via del dialogo”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “ancora una volta il settore agroalimentare è stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”.

Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni si sommano - continua la Coldiretti - quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Nei supermercati russi si possono ora trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, dalla mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone.

“A potenziare la produzione del falso made in Italy non è stata però solo l’industria russa, ma - riferisce la Coldiretti - anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin. In Russia è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina. Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre, in altri, sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu”.

Un blocco dunque dannoso per l’Italia anche se - precisa la Coldiretti - va segnalato che nel 2018 l’export agroalimentare italiano è cresciuto del 7% rispetto all’anno precedente raggiungendo i 561 milioni di euro grazie ai comparti non colpiti dall’embargo, come il vino, le paste alimentari, pomodori pelati e polpe, tabacchi e olio, a conferma della fame d’Italia dei cittadini russi. “I valori - conclude la Coldiretti - rimangono comunque nettamente inferiori a quelli del 2013, l’ultimo anno prima dell’embargo, quando le esportazioni agroalimentari made in Italy avevano raggiunto i 705 milioni di euro”.

Difficile pensare, come auspica Coldiretti, che il pranzo al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la cena di lavoro a Villa Madama offerta dal premier Giuseppe Conte riescano a prendere Punti per la gola, spingendo il presidente russo ad una marcia indietro.

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