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IN ITALIA C’È OGGI UN “IMPROVVIDO DISINTERESSE” PER L’AGRICOLTURA, IL CUI STESSO CONCETTO È DEVIATO, “DA ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE PRODUTTIVA A FUNZIONE DI SEMPLICE TUTELA AMBIENTALE”: COSÌ IL PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA DEI GEORGOFILI FRANCO SCARAMUZZI

“Potremmo dire che dall’ultimo dopoguerra è stata ingiustamente sottovalutata e sostanzialmente trascurata. Si continua oggi a travisarne anche i molteplici ruoli che ha sempre svolto per millenni e che sono tuttora vitali per la stessa sopravvivenza dell’homo sapiens”. E’ il pensiero di Franco Scaramuzzi, presidente della prestigiosa Accademia dei Georgofili di Firenze, che sottolinea l’“improvvido disinteresse del nostro Paese nei confronti dell’agricoltura”. Così, dopo l’appello di papa Benedetto XVI ai “grandi” della terra e le tante voci che si sono levate dal mondo dell’agricoltura e non solo, a richiamare l’attenzione sulla mancanza di interesse in Italia verso questo fondamentale settore, è ora un’altra autorevole voce.

“Le difficili problematiche affrontate nelle riunioni di Summit mondiali (quali: risorse energetiche, sicurezza alimentare, cambiamenti climatici, tutela ambientale), che si intrecciano fra loro - prosegue Scaramuzzi - portano al riemergere dell’agricoltura come settore strategico globale, non a caso definito primario. Purtroppo, nel nostro Paese, la Sau (Superficie agricola utilizzata, ndr) va progressivamente riducendosi; gli addetti all’agricoltura sono sempre in numero minore (meno del 4%); il concetto stesso di agricoltura tende ad essere ideologicamente deviato, da attività imprenditoriale produttiva a prevalente funzione di semplice tutela ambientale”. Ma, secondo Scaramuzzi, “parlare di una nuova agricoltura oggi può assumere molti e concreti significati diversi, sia in un quadro globale che nella realtà nazionale ma soprattutto, per mantenere la presenza continua sui campi di agricoltori giovani, si deve provvedere in qualche modo ad adeguarne i redditi a quelli di chi passa a svolgere altre attività (commerciali, terziarie, artigianali ...), tutte assai più remunerative e quindi più allettanti”.

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