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“In Italia non è stata ammessa alcuna commercializzazione di insetti e derivati” è la nota del Ministero della Salute che chiarisce la posizione italiana su uso di insetti in cucina. Autorizzazione che, da 1 gennaio 2018, spetta a Commissione Europea

“In Italia non è stata ammessa alcuna commercializzazione di insetti e pertanto la
commercializzazione come alimento di un insetto o di un suo derivato potrà essere consentita solo
quando sarà rilasciata a livello UE una specifica autorizzazione in applicazione del regolamento
(UE) 2015/2283”. È quanto si legge nella nota ministeriale dell’8 gennaio che il Ministero della Salute ha ritenuto doveroso diffondere per fare chiarezza, in seguito alle richieste di informazione ricevute e alla diffusione di notizie da parte dei media, riguardo alla possibilità di poter utilizzare insetti e derivati nelle cucine italiane a partire dal primo giorno del 2018.

L’introduzione di nuovi cibi all’interno dell’Unione Europea (i cosiddetti “novel food”, cioè ingredienti o alimenti diversi da quelli tradizionalmente intesi) è strettamente regolamentata a livello comunitario e richiede ora, secondo le recenti linee guida pubblicate dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare - Efsa ed entrate in vigore il 1 gennaio, l’autorizzazione da parte della stessa Commissione Europea. Il regolamento 2015/2283, insieme ai regolamenti di attuazione 2017/2468 e 2017/2469, introduce regole semplificate e armonizzate per la commercializzazione di “novel foods”, e dovrebbe agevolare (“finalmente”, come auspica la International Platform of Insects for Food and Feed - Ipiff) il consumo di insetti sul suolo comunitario.
L’Italia non ha ammesso, appunto, nessuna commercializzazione, ma va detto che alcuni Paesi europei hanno deciso diversamente, ammettendo, in regime di “tolleranza”, l’introduzione di alcune specie di insetto. Il motivo di questa differenza risiede nella diversa interpretazione di “novel food”: Italia, Spagna o Irlanda, ad esempio, considerano l’intero insetto o le sue parti un “cibo non tradizionale”, mentre altri Paesi europei, come la Gran Bretagna, la Danimarca, l’Olanda o il Belgio, ritengono che sono da considerarsi “nuove” solamente le sostanze isolate dagli insetti (ad esempio le proteine o i lipidi), motivo che spiega la loro scelta di apertura. Insomma, chi già si immaginava di sgranocchiarsi una manciata di cavallette per pranzo o di cimentarsi in una farinata di grilli, dovrà attendere. O programmare una vacanza verso il nord Europa.

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