Metterà fine alle discussioni sui derivati, formaggi in primis, prodotti in Italia, ma a volte con latte straniero e di dubbia qualità? Di sicuro è un passo in avanti per uno dei prodotti più importanti del Belpaese, e nell’ottica di una maggiore e corretta informazione verso il consumatore: è il marchio “100% Latte italiano” che nasce per permettere al consumatore il riconoscimento immediato del prodotto, fornendo un’informazione ben definita della zona di mungitura, riportandola. A lanciarlo, in piena querelle e divisioni sulle quote latte, ma anche alla vigilia dell’Expo2015, è il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, in un’ottica anche di unificazione della produzione italiana. Un settore in crisi, ma che conta più di 35.000 aziende italiane che, nella fase agricola, producono circa 11 milioni di tonnellate di latte vaccino ha un valore di 4,8 miliardi di euro, a fronte di 14,9 miliardi di euro del fatturato dell’industria, nella fase di trasformazione, che rappresenta l’11% del fatturato dell’industria alimentare italiana.
“Un bel passo in avanti - ha detto Martina - visto che fino ad oggi industrie e catene distributive utilizzavano etichette differenti, con l’effetto che il consumatore faticava a riconoscere l’italianità. È una delle azioni strategiche messe in campo dal Ministero per accompagnare il settore dopo la fine del regime trentennale delle quote latte, che si chiuderà il 31 marzo. Ci abbiamo lavorato tantissimo - prosegue il Ministro - l’utilizzo del logo sarà ovviamente facoltativo, ma su questa iniziativa, per la prima volta identificativa del nostro latte fresco, ho raccolto il consenso di Coldiretti e Confagricoltura, dell’industria alimentare e delle associazioni della grande distribuzione”.
Il pacchetto latte del Ministero, insieme all’operazione di coordinamento di tutti i soggetti della filiera, che ha portato alla promozione del logo, da giugno, prevede anche una campagna di sensibilizzazione sulle qualità organolettiche e nutrizionali del latte di casa nostra.
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