La paura della Brexit fa volare del 18% nel 2019 le esportazioni di Prosecco in Gran Bretagna dove è corsa agli acquisti per fare scorte dei prodotti made in Italy. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che non sono mai state stappate cosi tante bottiglie di Prosecco nella patria dei Windsor, sulla base dei dati Istat relativi nel primo bimestre dell’anno. Un record storico per il Prosecco con quasi una bottiglia esportata su tre (35%) che è stata consumata dagli inglesi e sfida la birra nelle preferenze, anche se il rischio, per il vino italiano, di essere pesantemente colpito dalle barriere tariffare e dalle difficoltà di sdoganamento che potrebbero nascere da una Brexit senza accordo, con una maggiore difficoltà per le consegne, è più vivo che mai.
Nel suo complesso, il vino italiano in Gran Bretagna nel 2018 ha fatturato 827 milioni di euro, di cui 348 derivanti dal Prosecco Dop, ma non è ancora arrivato il momento di brindare. Nonostante questo risultato, infatti, per quanto riguarda la Brexit, Coldiretti lancia l’allarme: “un grave problema riguarda la tutela giuridica dei prodotti a denominazione di origine che senza protezione europea rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione anche da paesi extracomunitari. Non vanno infatti dimenticati i casi, smascherati in passato, della vendita di falso prosecco alla spina o in lattina fino al Barolo e al Valpolicella in polvere dei wine kit venduti in Gran Bretagna”. Sempre dietro l’angolo si cela il pericolo di alcune famose, quanto ilari, contraffazioni come il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, Consecco, e come non citare il Whitesecco e il Crisecco.
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