Promuovere l’inclusione sociale, favorendo l’incontro tra le esigenze di manodopera delle aziende vitivinicole e le figure in cerca di occupazione, secondo modalità chiare, trasparenti e qualificanti. Un dovere civico, una parte importante della responsabilità sociale di impresa, e anche una necessità, sia per chi cerca lavoro, che per chi cerca manodopera. E se esperienze pioneristiche in questo senso già ci sono, come racconta l’iniziativa tra i vigneti del Sagrantino di Montefalco della cantina umbra Arnaldo Caprai guidata da Marco Caprai, insieme alla Caritas di Foligno (premiata, tra gli altri, da Nazioni Unite e dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella), ora arriva un progetto pilota, e di territorio, che vede muoversi insieme (come succede sempre più spesso, ndr) i Consorzi del Prosecco Doc, del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e dei Vini Asolo Montello, oltre alle associazioni di categoria (Cia-Agricoltori Italiani Treviso, Coldiretti Treviso, Confagricoltura Treviso e Confcooperative Treviso) e i Centri per l’impiego di Veneto Lavoro e la Caritas di Vittorio Veneto, che va incontro alle esigenze emerse nel “Tavolo di Dialogo” promosso dalla Diocesi di Vittorio Veneto.
“Il progetto - avviato nel 2025 e che proseguirà nei prossimi mesi - intende creare un modello condiviso di incrocio trasparente tra domanda e offerta di lavoro, in grado di rispondere alle esigenze delle aziende e, allo stesso tempo, di offrire nuove opportunità di inserimento per persone attualmente non occupate, attraverso percorsi di formazione e qualificazione professionale”, spiega una nota. La prima fase del progetto ha previsto la mappatura delle esigenze del settore vitivinicolo trevigiano, alla quale hanno partecipato quasi 200 aziende del territorio. Secondo l’indagine, oltre il 30% delle imprese assume lavoratori stagionali; invece, un terzo delle imprese rimanenti - ovvero che si affidano solo a risorse interne o contoterzisti - integrerebbe le proprie risorse interne con altri lavoratori adeguatamente formati. Il fabbisogno medio è di 4-5 persone per azienda, concentrato, in particolare, nei periodi di vendemmia e potatura, le attività per cui è più difficile reperire manodopera qualificata. Le aziende intervistate hanno, inoltre, evidenziato la necessità di personale formato e affidabile, indicando tra le soft skills più richieste l’organizzazione del lavoro, il lavoro di squadra e il problem solving.
Sulla base dei risultati, quindi, Veneto Lavoro ha attivato i propri servizi gratuiti di preselezione e incrocio domanda/offerta per supportare le aziende nella ricerca di personale. Parallelamente, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e dei Centri formativi, verranno avviati percorsi di formazione tecnica e linguistica, dedicati sia ai lavoratori che alle persone in cerca di occupazione, con moduli su sicurezza, gestione del vigneto e attività di cantina. L’iniziativa si colloca nell’ambito più ampio delle azioni di sostenibilità sociale promosse dal sistema vitivinicolo, in coerenza con gli obiettivi di responsabilità condivisa tra imprese, istituzioni e comunità locali.
“Questo progetto - commentano all’unisono tutte le parti in causa - rappresenta un esempio concreto di collaborazione, la cui volontà è quella di creare condizioni di lavoro, sicure e qualificate, offrendo alle persone nuove opportunità di inclusione e alle imprese strumenti efficaci per reperire personale. In questo modo, il settore vitivinicolo conferma il proprio impegno non solo nella qualità del prodotto, ma anche nella qualità sociale del lavoro che lo rende possibile”.
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