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Internazionale

La Napa valley scopre internet ... La valle californiana, famosa per la produzione di vini, è stata
colpita duramente dalla crisi. Il commercio elettronico e i social network si stanno rivelando utili
per far ripartire lc vendite... Lo scorso autunno, mentre guidava lungo la route 29, l’autostrada
che attraversa la Napa valley, Tom Davies ha visto qualcosa che lo ha lasciato senza parole . “Su1 ciglio della strada”, racconta, “c’era un cartello che diceva: “Uva cabernet in vendita””. La crisi
aveva costretto un agricoltore a vendere per strada, come fossero delle comuni zucchine, il frutto più prezioso della valle californiana. In trent’anni di lavoro Davies, presidente della V. Sattui Winery and Vineyards, non aveva mai visto niente di simile. Il problema è che i magazzini dei viticoltori sono pieni di vino. Nel 2009 le bottiglie più quotate della Napa valley non sono andate esaurite come al solito. Questo significa che le scorte si stanno accumulando e quindi buona parte dell’ultima vendemmia non sarà trasformata in vino. Alcuni coltivatori stanno perfino pensando di saltare il prossimo raccolto. Secondo la società di ricerche di mercato Nielsen, nel 2009 le vendite di bottiglie che costano più di 25 dollari si sono ridotte del 30 per cento. Mentre a livello globale il
cornmercio di vino e cresciuto, le spedizioni dalla California sono calate per la prima volta in sedici anni. In cerca di una via d’uscita dalla crisi, molte cantine della Napa valley puntano sempre di più sulla vendita diretta ai consumatori e, oltre a strumenti tradizionali come le sale di degustazione,
usano il commercio elettronico. Due settimane dopo il crollo della Lehman Brothers, Tom Davies ha lanciato insieme a un suo collega una serie di video online intitolata “The wine guys”. In uno dei filmati i due esperti descrivono le caratterisdche del Petit Verdot mentre annunciano le offerte disponibili sul sito della V. Sattui. Molti produttori di vino, comunque, sono terrorizzati da queste innovazioni, perché richiedono capacità tecnologiche - come la gestione dei social network - per le
quali la valle non è certo famosa. Secondo le stime di Brian Baker, vicepresidente della Chateau Montelena, solo il 20 per cento delle cantine della Napa valley è su Facebook. Come spiega Rick Bakas, che ha lavorato in un’azienda online attiva nella regione, “i viticoltori dicono che non possono permettersi una formazione sui social network, ma io gli rispondo che ormai e una scelta obbligata”.

Ostacoli burocratici Il settore vinicolo sta affrontando una profonda rivoluzione e la Napa valley non può tornare indietro. Alla Smith-Madrone Winery i fratelli Stuart e Charles Smith producono mille casse di vino all’anno, vendute a un prezzo compreso fra i 30 e i 45 dollari l’una. Negli ultimi anni gli Smith hanno co minciato a sentirsi degli anacronisti. “Gli altri produttori ci hanno dato del filo da torcere”, racconta Stuart Smith. ““Perché non alzate i prezzi? Fate fare una brutta figura a tutti”, ci dicevano”. Gli Smith sono in testa alle vendite grazie ai prezzi contenuti e
all’attenzione dedicata ai clienti. “Le cose andrebbero molto male”, dice Stuart Smith, “se non fosse per il nostro negozio al dettaglio e le vendite online”. La Smith-Madrone, aggiunge, non ha mai contato troppo sui suoi grossisti, tre dei quali hanno chiuso nel 2009.

L’attività di viticoltori come gli Smith è resa più difficile dalla burocrazia, che penalizza la vendita diretta a vantaggio della grande distribuzione. Una legge introdotta nel 1990, la Winery definition ordinance, stabilisce il munero di ospiti che una sala di degustazione può accogliere ogni giorno,
oltre ai souvenir commerciabili nelle cantine e agli eventi che vi si possono organizzare. L’esperienza di Dario Sattui, che ha avviato la sua attività vinicola nel 1975 con un piccolo prestito e dormendo in un furgoncino Volkswagen, dà l’idea di come potrebbe essere il futuro della valle se ci fosse meno burocrazia. Sattui ha lanciato una linea di vini economici destinati alla vendita diretta. I wine club della sua azienda hanno 40mila iscritti, e il 35 per cento del fatturato dipende ormai dagli acquisti online. È stata decisiva l’azione legale promossa da Sattui contro il dominio della grande distribuzione sul commercio di vini: nel 2005 la corte suprema degli Stati Uniti ha emesso una sentenza che ha spianato la strada alla vendita diretta. Ora il suo obiettivo è diffondere il sistema in tutta la Napa valley. “Produrre il vino è facile”, alferma Sattui. “La cosa davvero difficile è venderlo”.

(New York Times)

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