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Internazionale

Ritratti ... Eric LeVine World wine web... È l’esperto di computer e vini che ha inventato CellarTracker, il sistema di gestione online della propria cantina che piace agli appassionati del settore... All’inizio del 2010 Dr.Vino, uno dei più noti blog enologici statunitensi, ha chiesto ai suoi lettori di indicare la personalità del settore “che rappresenta meglio questo decennio”. Il vincitore è stato Eric LeVine, 40 anni, un esperto di vini che vive a Seattle. Per chi non è dell’ambiente è praticamente uno sconosciuto. È il creatore e il proprietario di CellarTracker, un sistema di gestione online della propria cantina che ha rivoluzionato il mondo della degustazione dei vini. Il commerciante di vini e blogger tedesco Tobias Treppenhauer (weinlakai.de) descrive così CellarTracker: “È una community che unisce le conoscenze e la passione di migliaia di appassionati del vino”. L’avvocato londinese François Feuillat, 39 anni, è un altro fan: “Innanzitutto è come un vecchio libro di cantina, solo più facilmente consultabile. Inoltre puoi impostare il sistema in modo che ti avverta automaticamente quando un vino è pronto per essere bevuto”. Lanciato nel 2004,il sito ha registrato più di 500mila visite al mese e 47mila utenti attivi: di loro circa un quarto nel 2009 ha donato in media quaranta dollari. Il 27 febbraio 2010 LeVine ha lanciato GrapeStories, la nuova versione di CellarTracker, e da allora gestisce i due siti in parallelo, almeno per il tempo necessario a eliminare eventuali problemi. LeVine non vuole rischiare: da sempre molto attento al mondo delle nuove tecnologie, ha visto fallire molte interfacce, anche dopo lanci di prodotti trionfalistici. Ma l’aspetto più straordinario di CellarTracker - che il suo creatore definisce con orgoglio uno “strumento serio, potente e stabile” - è il fatto che LeVine lo gestisce da solo, grazie al portatile che l’accompagna dappertutto. Quando l’ho incontrato nella hall di un albergo, era impegnato a scrivere il codice della nuova versione del sito. “Sono fissato con la funzionalità dei database”, ammette. “Quando sono sveglio, mi occupo solo di quello”. LeVine vive con una tastiera tra le mani dal 1984, quando comprò un Macintosh con i soldi avuti in regalo per il bar mitzvah. “Non mi sarei fermato mai”, dice. “Stare al computer mi sembrava un gioco, non un lavoro”. Cresciuto vicino a Boston, ha studiato storia all’università di Harvard. All’inizio del 1992 si è trasferito a Seattle perché era stato assunto dalla Microsoft. Suo padre, racconta, era molto deluso perché avrebbe voluto che facesse carriera come avvocato, consulente finanziario o uomo d’affari. LeVine ha sposato Suzan Davidson, una collega della Microsoft. Per una decina d’anni gli amici l’hanno preso in giro dicendo che pensava solo a “tre cose: la Microsoft, la mountain bike e Suzi”. Nel 1999, durante un viaggio in Toscana in bicicletta, LeVine e la moglie hanno partecipato a una degustazione in cui si spiegavano le differenze tra Chianti classico, Chianti classico riserva, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino: stessa uva, vini diversi. LeVine, fino ad allora intimidito dall’argomento, è rimasto “folgorato”. È tornato a Seattle con una nuova passione per il vinoe le sue molte qualità, alcune sensoriali e sensuali, molte altre intellettuali, quantificabili e, soprattutto, classificabili. Nel 2003, durante un periodo sabbatico di otto settimane, ha creato un sistema informatico per gestire la sua nuova collezione di vini pregiati. L’ha mostrato a due amici che avevano registrato su fogli di calcolo le informazioni riguardanti le loro collezioni di vini. “Dopo due giorni sono entrati nel mio sistema. Ci siamo resi conto che era molto interessante scoprire quali bottiglie avevano preso dalla cantina la sera prima e leggere le loro note di degustazione. Quindi abbiamo pensato che se potevamo farlo in tre, potevamo farlo anche in trecento, tremila o tre milioni”. Nell’aprile del 2004 Le Vine ha deciso di “mettere tutto su internet per vedere cosa sarebbe successo. Poco tempo dopo, sono stato costretto a stare sveglio due notti alla settimana per scrivere un nuovo codice per il sito”. Nel 2005 si è licenziato dalla Microsoft per dedicarsi al sito a tempo pieno. Il numero degli utenti è cresciuto costantemente, anche grazie al fatto che la sottoscrizione è volontaria. LeVine suggerisce di versare un minimo di dieci dollari all’anno, gli utenti tendono a donare somme proporzionali al volume delle loro collezioni divino. Esiste anche un’applicazione di CellarTracker per iPhone, Cor.kz. Negli ultimi sei anni sono stati lanciati altri sistemi di gestione online della cantina, ma quello che distingue questo sito dagli altri è l’ottimo servizio ai consumatori. LeVine risponde personalmente a tutte le domande. Ammette, però, che parte del suo successo è dovuta al fatto di essere stato il primo a sbarcare su internet. LeVine è sinceramente appassionato di computer. Sua moglie mi ha rivelato che cenano con i computer sulla tavola (la figlia di quattro anni ha già il laptop di Barbie). Lui è sicuro che non esaurirà mai le opportunità di perfezionare il sito. Allo stesso tempo ammette che non è semplice costringere una sostanza fluida e ricca di piaceri come il vino in una matrice rigida come un sistema di gestione della cantina. “Il sito piace a un certo tipo di collezionisti. Altri preferiscono lasciarsi sorprendere da quello che trovano sui loro scaffali”, spiega.
Io faccio parte di questo gruppo di amanti e collezionisti di vino, che potremmo definire impressionisti: non potrei mai mettermi a catalogare, registrare e monitorare le bottiglie che possiedo in un database progettato da un’altra persona. Un po’ di tempo fa, però, ho capito di essere in minoranza (anche perché i visitatori dei siti sul vino sono in grande maggioranza uomini). Ho scoperto che molti visitatori del mio sito Jancisrobinson.com sono affascinati da CellarTracker. Per questo alla fine del 2009 abbiamo deciso di integrare il mio database - che contiene 40mila note di degustazione - con quelli di CellarTracker e di VinCellar. Non sono la prima giornalista enologica a fare questo esperimento. L’hanno fatto anche Stephen Tanzer, direttore del bimestrale International Wine Cellar, e Allen Meadows di Burghound.com, il sito specializzato sui vini della Borgogna. A LeVine piacerebbe molto ospitare anche due grandi nomi dell’enologia statunitense: il critico Robert Parker e la rivista Wine Spectator.

Gusti impeccabili. Il rischio è che questo grande scambio di note e opinioni renda superflui i commentatori di vino professionisti. In realtà, non penso possa succedere perché possiamo offrire un quadro d’insieme e abbiamo più esperienza della media degli utenti di CellarTracker. Secondo Thomas De Waen, 31 anni, di Londra, i commentatori professionisti tendono a concentrarsi sui vini giovani, mentre i membri di CellarTrackersono bravi a monitorare i progressi di vini invecchiati. “Mi collego al sito ogni giorno per controllare se ci sono nuovi commenti sui vini della mia collezione”, dice De Waen. “È pornografia enologica di altissimo livello. Mi permette di congratularmi con me stesso ogni giorno per i miei gusti impeccabili (guardo solo i commenti positivi) e di entusiasmarmi all’idea che in futuro berrò quel vino”. Per il momento LeVine non sembra interessato a vendere la sua attività o a ingrandirla assumendo collaboratori. “Molti imprenditori devono seguire un progetto d’impresa ma io preferisco concentrarmi sul prodotto. Molti mi chiedono quando venderò la mia attività, e mi hanno perfino fatto delle proposte. Ma alla fine ho sempre rifiutato. Ho capito che dedicarmi agli utenti mi rende felice”.

Jancis Robinson, Financial Times, Gran Bretagna.

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