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Investire in un grande territorio del vino con il cuore, più che per business: è il caso della griffe dell’Amarone Zenato, a Bolgheri, con Podere Prospero, già nei primi del 2000, prima del boom. Con un vino (4.000 bottiglie) che debutta solo oggi

Italia
Nadia, Carla e Alberto Zenato

A volte, un investimento in grande territorio del vino viene fatto prima per passione e perché di un luogo ci si innamora, che per business. È il caso, tra gli altri, della griffe dell’Amarone Zenato (www.zenato.it), che si prepara a debuttare con il suo vino made in Bolgheri, oggi uno dei nomi più prestigiosi del vino italiano e mondiale (e dove oggi il valore di un ettaro vitato oscilla tra i 350.000 ed i 500.000 ettari, ndr), dove in realtà la famiglia veneta ha messo radici nel 2005, prima del boom che ha visto altri grandi nomi del vino investire nella terra che ha dato vita a vini come Sassicaia e Masseto, per citarne solo alcuni.
Quando Sergio Zenato e la moglie Carla, padre di Nadia e Alberto che oggi guidano l’azienda, si innamorò di Podere Prospero: 4 ettari di terreno tra oliveti e vigneti lungo la via di Bolgheri, nel cuore del territorio, che gli Zenato hanno curato con pazienza e dedizione, e dove sono coltivate le varietà di uva che hanno fatto grande questa realtà enoica, Merlot e Cabernet Sauvignon su tutte.
Una storia di passione, prima che di affari, visto che del vino che debutterà tra pochi giorni, per la prima volta, saranno prodotte appena 4.000 bottiglie, chiusura del cerchio di un viaggio enoico guidato più dal sentimento che dalla ragione.

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