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Io Donna / Corriere Della Sera

Oltre il tartufo ... A Bra e dintorni: dormire in “cantina”, saziarsi di braciuc, caricarsi in auto ogni ben di dio. Sfruttando indirizzi segreti, sussurrati con il passaparola... In primavera, tra queste colline ci sarà anche il Museo del vino, firmato da François Confino, già mente creativa del Museo del Cinema nella Mole Antonelliana di Torino... La salsiccia di vitello da Dino Tibaldi, il formaggio “ubriaco” da Fiorenzo Giolito, i cioccolatini ripieni di nocciola alla pasticceria Converso. Bra, nel Roero, un’ora e mezzo da Milano, è il posto giusto per un weekend sulle vie del gusto. A caccia di prelibatezze da assaggiare sul posto e caricarsi poi in auto, seguendo un percorso di indirizzi sussurati, trasmessi con il passaparola nel nome della buena vida. Punto di partenza (e di sosta per la notte) è l’Hotel Cantine Ascheri, un cubo minimal e avveniristico ricavato in un condominio anni Cinquanta dalla produttrice di vino Cristina Ascheri. All’entrata, il pavimento di cemento post industriale è “spaccato” in alcuni punti per consentire la vista della cantina sottostante. Le poltrone di fibra, le valigie vintage e i kilim turchi della hall sono declinati nei colori della vigna: moka, vinaccia, verdone. Il legame filologico con la materia, fil rouge dell’hotel, si esprime nelle pareti lavorate a rastrello, quasi a suggerire l’idea della terra arata. O nell’intreccio di funi che si tende come un ideale tappeto sospeso o ancora nei pali di vigna disposti orizzontalmente in facciata. Una trovata dell’interior designer Marco Poncellini, che vive poco distante da qui, nei boschi di Trezzo Tinella, in una cascina con camere per ospiti, Borgo Riondino, valida alternativa per la notte insieme a quell’altra chicca, distante solo otto chilometri, che è la dimora storica Al Cardinale Mazzarino di Cherasco, tre suite, un chiostro e ottimo ristorante. Una volta sistemato il bagaglio, può iniziare il giro degli acquisti: la salsiccia di Bra, si diceva, l’unica a base di carne magra di vitello, da mangiare cruda con qualche goccia di limone o da cuocere in risotto con il barolo. La prepara il macellaio Bernardo Tibaldi, più noto come Dino, che le sue mucche di razza piemontese se le va a scegliere in alpeggio da piccole e se le alleva a fave, cereali e fieno. Il formaggio Bra, una delle Dop piemontesi, duro o tenero secondo la stagionatura, si acquista invece da Fiorenzo Giolito, affinatore di formaggi di terza generazione, inventore del Bra ciuc, versione “ubriaca” del Bra fatto macerare in vinacce. Le etichette del territorio, per chi non volesse passare dalle più note Enoteche Regionali, si trovano sugli scaffali dell’enoteca De Gustibus. Per le degustazioni vale la pena invece di spostarsi a La Morra, presso la Cantina Comunale (una struttura semplice ma fornitissima) o da Cordero di Montezemolo (cugini primi del più noto LCDM), dove servizio e professionalità sono doc proprio come i vini... ...Il vicino paese di Borgomale è invece il regno dei formaggi, con il cheese-tasting accompagnato dalla cugnà, la mostarda al mosto d’uva. Qui, a Cascina Pistone, Silvio Pistone alleva le sue pecore e sperimenta sulle stagionature. Pensare che, a una ventina di chilometri da qui, Oscar Farinetti, imprenditore-ideatore di Eataly, il supermercato delle eccellenze del wine & food italiano, ha consacrato al silenzio il bosco di Fontanafredda, a Serralunga d’Alba, con postazioni, aforismi e disegni che nutrono l’anima e il pensiero. La tenuta era stata acquistata da Vittorio Emanuele II per una certa signora la cui liaison dangereuse doveva rimanere ignota. Altri tempi, altri segreti da sussurrare. Stesse austere radici nella terra.

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