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Io Donna / Corriere Della Sera

Alta Caloria ... Si va nel Friuli (VG) questo fine settimana! Due giorni a zonzo in un paesaggio verde bosco per riempire il bagagliaio di vini eccellenti, dolci paradisiaci, salumi incomparabili (che piacciono anche a Obama) ... Alla fine l’hanno spuntata queste sei fanciulle di calce, gesso e polvere di marmo scolpite nell’Alto Medioevo da maestranze forse orientali. Ti scrutano, tra rose e tralci di vite, con uno sguardo nuovo, dall’alto della lunetta del Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli: il volto che accenna un sorriso e tutt’intorno un fabbricato dalle origini misteriose, un oratorio o una cappella. Il Tempietto Longobardo del monastero di Santa Maria della Valle è il cuore artistico di Cividale, città capofila dell’ultima candidatura italiana alla World Heritage List Unesco. Iscritta quest’anno senza alcuna remora. Un’onda lunga vibra dunque in questa cittadina intima e raccolta, da esplorare interamente a piedi. Le falesie che si sgretolano sull’ansa del fiume, a 14 chilometri dalla Slovenia, Cividale ha la sua prima tappa golosa già all’entrata del centro storico, dopo il cinquecentesco Ponte del Diavolo. Si acquistano petto e prosciutto d’oca, ricotta affumicata da grattare sulla crema di zucca, formaggio latteria ubriaco (stagionato nelle botti vuote di Schioppettino), vino e acquavite di prugne nel negozietto Al Ponte. C’è un punto di aperitivi quasi di fronte: una semplice mensola su strada, il curioso dehors dell’Osteria alla Terrazza, che per le happy hours viene imbandita di tapas friulane: polenta e cotechino, sarde con cipolle, pane e baccalà. Altra tappa imprescindibile è la Pasticceria Ducale, “il” posto della gubana, il dolce tipico a base di pasta lievitata al forno o sfoglia, con ripieno di frutta secca tritata. Per mangiare, non si sbaglia se si va al Monastero, uno dei Locali Storici del Friuli Venezia Giulia, rustico e con l’immancabile fogolar. Osteria dal 1856, propone adesso tagliatelle al ragù di anitra e “cjarsons” con uva passa, pinoli e ricotta affumicata. Stuzzichini si assaggiano anche fuori dal centro, andando “per frasche”, quei punti di ristoro agrituristici indicati da paletti con rami e frasche, come Da Gianni in frazione Sanguarzo.

Da Cividale parte un percorso slow, del buon comprare e gustare, che devia a nordovest verso San Daniele per poi piegare più a sud nel Collio e nella Bassa Friulana. Oscurato dalla reputazione del suo stesso prosciutto, il borgo medievale di San Daniele aspetta le ordinazioni del team Ferrari, quelle della guru della grappa Giannola Nonino e della Casa Bianca (sì, proprio quella di Washington). La Biblioteca Guarneriana che custodisce codici miniati di immenso valore (l’Inferno dantesco, il Canzoniere di Petrarca) è in ristrutturazione e non accessibile fino alla prossima primavera. Non resta che fare due passi nel piccolo centro storico finendo naturalmente con l’assaggiare il prodotto di punta: quella “chitarra schiacciata” che va tagliata sottile nella parte iniziale, altrimenti troppo intensa nel sapore, più burrosa e delicata nel mezzo. Alla Bottega del Prosciutto ti chiedono per quanto tempo il fagotto deve viaggiare, per regolarsi sul taglio e confezionarlo in “atmosfera” protetta. Si può anche acquistare il ricettario insieme con la polpa di prosciutto macinato per le polpette e il ragù; e i bocconcini sott’olio, come si faceva un tempo per il prosciutto che restava legato all’osso. A cena si va alla Tavernaccia, osteria-prosciutteria dove il vino dei Collì Orientali accompagna gli assaggi di San Daniele stagionato per 20 mesi o la zuppa di fagioli. Ci si dà la buona notte poi a Casaforte La Brunelde, fuori Fagagna, sulla Via del Sale che univa Venezia a Salisburgo, su un fazzoletto di terra frequentato da una colonia di cicogne. E il rifugio non più segreto di Loris Clocchiatti, imprenditore edile votato all’ecosostenibilità: ci sono solo tre camere alla Brunelde, con arredi classici ma “caldi”, la patina del tempo mantenuta qua e là. Il tutto, la sera, alla luce di candele. La vista degli interruttori non fa bene allo spirito.
Niente cicogne ma vigneti a perdita d’occhio sulle colline del Collio goriziano, a sudest di Cividale, dove splende la lanterna della Subida, composita étape di campagna fuori Cormons dove si può cenare nel ristorante stellato, stuzzicare nella più easy osteria e pernottare nelle nuove Ca- sette nel bosco. Di pietra, rovere e castagno, gli chalet hanno arredi rustici o minimal-contemporanei, i più moderni con le finestre a tutt’ampiezza che consentono una liaison ininterrotta con il bosco.

Il tema è il vino anche nella vicina Brazzano dove Livio Felluga, produttore vinicolo, continua a mietere successi con il suo Terre Alte. Si va poi a Villa Chiopris, cantina con camere dei viticoltori Livon (il cui Braide Alte 2008 resta al top delle classifiche), ricavata in una domus ottocentesca, tra filari di lavanda e vigneti. Ospedale militare durante la Prima Guerra, la villa profumava in passato non di mosto ma di caffè. I libri contabili che citano Ceylon, Porto Rico e le Indie Occidentali raccontano che questa era stata la casa dei torrefattori di caffè Hausbrandt.

Si pernotta a tu per tu con la storia anche a Strassoldo, uno dei borghi più affascinanti della Bassa Friulana, su quella Via dell’Ambra che raccordava il Baltico all’Adriatico, dove, grazie a mulini e sorgenti, presero forma i primi avanguardistici giardini all’inglese. Ad accogliere i visitatori c’è Lella Strassoldo Graffemberg, tra le promotrici del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli de1 FVG. Le camere sono state ricavate nella torre angolare e nel mulino del riso. A nemmeno 4 chilometri, ecco Palmanova con le mura a stella scavate dai Veneziani. Andrebbe vista dall’alto. Invece si procede dritti verso la Caffetteria Torinese, un posto da frequentare a tutte le ore. Per il mix di yogurt naturale, frutta e brioche della prima colazione; per i formaggi francesi, le ostriche e il pesce crudo del pranzo; ma anche nelle ore felici quando il bar si “veste” di stracciatella di bufala e acciughe cantabriche. Non sarà certo la World Heritage List, ma anche qui si registra un riconoscimento non da poco. Per il Gambero Rosso Miglior Bar d’Italia nel 2010, la Caffetteria è stata anche quest’anno premiata con tre tazzine e tre chicchi. Per il Friuli, tutto sommato, una buona annata.


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