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Io Donna / Corriere Della Sera

Il senso delle donne per il vino … Sono 500 anni e 26 generazioni che si occupano del patrimonio di famiglia (le vigne del Chiami) ma ora, per la prima volta, qui ai comandi ci sono tre sorelle. Che applicano la regola delle tre “P”: pazienza, passione, perseveranza... L’altro giorno eravamo in banca, mio padre ed io, e il direttore ha detto Buongiorno presidente. Io non mi sono neppure girata, mentre mio padre sì e subito, e solo dopo si è ricordato e mi ha detto: “Be’, veramente ora il presidente sei tu”. Albiera Antinori è diventata Presidente dell’azienda di famiglia in sordina a luglio succedendo al padre Piero senza clamori, come sempre avviene in questa azienda che da 26 generazioni si occupa di vino (lui peraltro resta Presidente onorario operativo, ridacchia lei, ndr) e dove le successioni avvengono in modo naturale, proprio come una stagione segue all’altra. “Ora per esempio in azienda convivono due/tre generazioni: la 25esima, quella di mio padre, la 26esima, la mia e delle mie sorella Allegra e Alessia che condividono con me la gestione, e la 27esima, quella dei nostri figli che si stanno preparando per entrare”. Tutto in modo fluido come direbbe il compianto filosofo Zygmunt Bauman e seguendo la regola delle tante “P” che regolano la vita dell’azienda: una catena virtuosa e controcorrente rispetto agli spiriti del tempo, che vanno dalla Pazienza che rispetta i tempi lunghi della vigna, alla Precisione, alla Passione, alla Perseveranza, documentate da papà Piero nel libro il profumo del Chianti e che possono ripresentarsi in ordine diverso secondo le necessità del momento. “Ci sono momenti in cui domina il prodotto, altri la prudenza. La mia classifica ideale? Pazienza, passione, perseveranza” dice Albiera. Ben cosciente che tutte queste “P” rappresentano valori in controtendenza, rispetto ai ritmi frenetici contemporanei che reclamano ritorni immediati, e richiamano molto di più i valori femminili dell’attesa e della cura. “Le donne smorzano le asperità e hanno più capacità di tirare un respiro, e dire aspettiamo” proprio come fa la vigna che va per i suoi tempi e ogni primo gennaio ricomincia il suo ciclo. In casa Antinori, “vinattieri” da più di 500 anni, non si cercano scorciatoie, lo aveva capito bene Newsweek che alla fine del 2010 aveva messo le tre sorelle vicino a Rita Levi Montalcini in una classifica di italiane di qualità, modelli di donne iconiche e parecchio lontano dalle veline... E pensare che negli anni Ottanta Piero aveva ceduto quote alla multinazionale della birra Whitbread; per fortuna che poi con grande sforzo le ha ricomprate. La nostra educazione familiare vuole che tu sia un custode di quello che hai, e cioè quello che ti viene passato dalla generazione precedente, e che devi darti da fare per farlo crescere, nutrirlo, e passarlo alla generazione successiva”. E per far questo, oltre alla lunga catena delle “P”, ci vuole anche un certo istinto, il genio del vinattiere? “Di sicuro un certo istinto per le persone che chiami a lavorare con te, quello è fondamentale, le scegli e poi crescono con te in azienda, per noi è sempre così, a cominciare dall’ad Renzo Cotarella. E poi ci vuole l’istinto per i luoghi?”. Prego? “Quando dobbiamo scegliere le zone per i nostri vigneti, in Italia, oltre alla Toscana, nell’astigiano e in Puglia, e nel mondo: per esempio a Napa Valley in California”. Come si manifesta questo istinto? “Arrivi in un posto e ti deve dare una sensazione. Mi è capitato di recente, proprio nel Chianti classico. Sette, otto mesi fa. Ho avuto un flash e ho capito come avrebbe potuto essere quel vino, robusto, strutturato, nervoso e con una sua densità. È buffo, ma è così. Rimpianti per non avere fatto “altro”? “No, in un campo così vasto come il nostro ognuno può sfogare le sue passioni. A me piaceva l’architettura e ho potuto farlo seguendo la costruzione della nostra cantina a Bargino nel Chianti classico”. La cantina è il luogo che rappresenta il passaggio a Nord ovest verso il futuro, il palazzo 2.0 che oltre alla cantina ospita il nuovo quartier generale, rispetto a quello storico, Palazzo Antinori nel cuore di Firenze, comprato dall’avo Niccolò: una lunetta da lui commissionata a Giovanni della Robbia andrà in mostra dal 9 novembre al Museo del Bargello, imprestata dal Museo di Brooklyn e fatta restaurare dalla famiglia.

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