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CINA & ITALIA

Istat, le importazioni cinesi del made in Italy valgono meno delle importazioni italiana della Cina

Le prime nel 2018 erano a 439 milioni di euro, le seconde a 594 milioni. Coldiretti: “oltre ai numeri, è importante garantire la sicurezza alimentare”
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I dati Istat 2018 rivelano i numeri del commercio agroalimentare italiano da e verso la Cina

Nonostante l’apertura significativa che la Cina ha avuto verso l’Europa e verso il resto del mondo sul piano commerciale e, di conseguenza, culturale, l’Italia importa dalla Cina più di quanto il Dragone importi dal Belpaese. Lo afferma la Coldiretti, analizzando i dati Istat sul commercio estero col colosso asiatico nel 2018, in occasione del dibattito sulla nuova Via della Seta voluto dal presidente cinese Xi Jinping. Secondo i dati Istat infatti, la Cina ha importato prodotti agroalimentari made in Italy per un valore totale, solo nel 2018, di 439 milioni di euro, un valore che è triplicato negli ultimi 10 anni (+254%); ma le importazioni del settore da parte del Belpaese sono state pari a 594 milioni di euro.

La Cina, precisa la Coldiretti, è peraltro ancora al secondo posto a livello mondiale tra i Paesi che hanno fatto scattare maggiori allarmi alimentari nell’Unione Europea nel corso del 2018, ed è per questo importante garantire la sicurezza ed il rispetto dei diritti dei lavoratori dei prodotti che varcano la frontiera. A frenare le spedizioni agroalimentari made in Italy, sottolinea la Coldiretti, sono le barriere tecniche ancora presenti per le produzioni nazionali: se infatti è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane e nel 2018 le frontiere si sono aperte in Cina per l’erba medica italiana, al momento per quanto riguarda la frutta fresca, conclude la Coldiretti, l’Italia può esportare in Cina solo kiwi e agrumi, mentre sono ancora bloccate le mele e le pere, ancora oggetto di uno specifico negoziato.

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