Raccontare le dinamiche dell’export del vino italiano è sempre piuttosto complesso, perché dalla giungla di dati e fonti emergono spesso realtà discordanti. WineNews, per fotografare il primo quadrimestre 2019, si è affidata ai numeri dell’Istat, quelli relativi alla categoria merceologica numero 2204, ossia: “Vini di uve fresche, inclusi i vini arricchiti di alcole; mosti di uva, parzialmente fermentati e con titolo alcolometrico effettivo > 0,5% vol. o aventi un effettivo tenore, in peso, > 0,5% vol. di alcole addizionato”. Precisati gli aspetti metodologici, i dati restituiscono un quadro decisamente positivo: nei primi quattro mesi dell’anno le spedizioni di vino dal Belpaese hanno fatto segnare una crescita del +5,22% a valore e del +9,92% a volume sullo stesso periodo del 2018, a quota, rispettivamente, 1,96 miliardi di euro e 666 milioni di chilogrammi (la misura con cui l’Istat indica i volumi di qualsiasi merce esportata, compreso quindi il vino).
Diverse, come è facile immaginare, le performance dei diversi Paesi, con il Giappone che fa segnare la crescita più importante: +16,12%, a quota 55,65 milioni di euro. Molto bene anche la Russia, dove le esportazioni di vino italiano crescono dell’11,70% a 28 milioni di euro. Effetto Brexit, con ogni probabilità, dietro al +10,03% della Gran Bretagna, dove con la paura di un’uscita dalla Ue, che porterebbe con sé un repentino aumento delle tasse, la corsa allo stoccaggio ha portato le spedizioni dal Belpaese a 225 milioni di euro. In ripresa anche la Cina (+6,45%), che “rimbalza” a 41,81 milioni di euro di vino italiano importato, e sopra la media è anche la crescita di Germania (+5,99% a 333 milioni di euro) e Francia (+5,78% a 61,98 milioni di euro), mentre gli Usa si fermano al +3,18%, davanti a tutti con 498 milioni di euro. Oscillazioni quasi impercettibili, tra i primi mercati di sbocco del vino italiano, in Svizzera (+0,95% a 128,59 milioni di euro) ed in Canada (-0,28% a 92,53 milioni di euro).
In termini di volumi, invece, la crescita maggiore nel periodo gennaio-aprile 2019 è ancora sul mercato del Giappone (+19,93%, a 14,8 milioni di chilogrammi), ma va forte anche la Francia (+19,17%, a 34,9 milioni di chilogrammi), con la Germania, prima in termini assoluti con 174,5 milioni di chilogrammi di vino importati, sul gradino più basso del podio, grazie ad una crescita del +13,63%. Quindi il Regno Unito (+12,58%, a 83,6 milioni di chilogrammi), la Cina (+10,73%, a 12,3 milioni di chilogrammi) e la Russia (+8,84%, a 11,6 milioni di chilogrammi). Segno negativo per Svizzera (-5,82%, a 24,1 milioni di chilogrammi) e Canada (-0,41%, a 23,4 milioni di chilogrammi), con gli Usa su appena dell’1,93%, a quota 116,6 milioni di chilogrammi.
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