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ITALIA OGGI

Da un sondaggio WineNews sui fattori che spendono all’acquisto di un bottiglia. La scelta del vino? Solo una questione di prezzo … In vino veritas. Ed allora, quali sono i criteri in base ai quali i consumatori decidono di portarsi a casa una bottiglia di vino ? Forse il profumo, il colore o l’uva con cui è prodotto ? Niente di tutto questo. E’ il prezzo la prima cosa che i consumatori di vino guardano prima di acquistare una bottiglia. E guai se costa più di 12 euro, prezzo oltre il quale gli acquirenti preferiscono non alzare il gomito (52,4%), anche se non mancano quelli che optano per vini che costano tra i 12 ed i 24 euro (30,9%) e qualche estimatore (16,7%) che acquista la bottiglia anche se il prezzo supera i 24 euro. Ma in questo mondo brandizzato anche il marchio fa la sua parte, dato che il secondo fattore che influenza la scelta del vino da degustare attiene alla griffe. Il 27% degli acquirenti compra, infatti, le bottiglie in enoteca basandosi sul nome del produttore. Il brand, indicatore di una grande azienda o di una piccola cantina emergente, rappresenta dunque per il consumatore la migliore garanzia della qualità del prodotto. Sono questo i dati più significativi di un sondaggio di WineNews, sito italiano di informazione sul vino, effettuato su un campione rappresentativo di 250 enoteche distribuite su tutto il territorio nazionale. Ed appunto parlando di brand, agli enotecari è stato chiesto di indicare, basandosi sulle richieste espresse dai propri clienti, il migliore logo italiano del vino, inteso come storia, qualità dei prodotti, valenza del marchio e affidabilità. Ed ecco il responso: al primo posto si piazza il piemontese Gaja (il re del Barbaresco), al secondo Antinori (azienda simbolo della tradizione enologica toscana) ed al terzo Biondi Santi, la famiglia che ha inventato il Brunello di Montalcino alla fine dell’Ottocento. Ma gli amanti del vino, quando scelgono con che cosa rinfrescarsi il palato sono più conservatori o progressisti ? Secondo gli enotecari i consumatori amano andare sul sicuro (52%) e affidarsi a nomi conosciuti, ma non disegnano di sperimentare produttori di nicchia (48%). Nonostante l’apertura al nuovo, comunque, ciò che emerge dal sondaggio è un’esigua percentuale di coloro che sono disposti a spendere cifre elevate per una bottiglia, o in grado di orientarsi agevolmente tra annate e produttori meno conosciuti. E così il mercato del vino si doppia: da una parte, i prezzi delle etichette più conosciute ed osannate dalla critica che schizzano alle stelle, e dall’altra i consumatori che, dopo aver curiosato tra gli scaffali, rimettono al loro posto le bottiglie che costano più di 12 euro.

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