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ITALIA OGGI

Meno uva, ma di qualità: tutto però dipenderà dal tempo. Ma resta da sciogliere il nodo delle sovraproduzioni. Il calo dei prezzi preoccupa i produttori. Vendemmia, deciderà settembre ... La vendemmia sarà buona, dunque. Così in questi giorni si affannano a dire Unione italiana vini, Ismea, consorzi di tutela, assessori regionali. Si produrrà un po' meno uva rispetto all'abbondante 2004 (51,8 milioni di ettolitri contro i 53,3 del 2004), con un calo medio regionale valutato intorno al 5-10% e uno nazionale del 2,7%, anche se ci sono zone, che prevedono incrementi produttivi, come Puglia (+5-10%), Calabria (+5%) e Sicilia (+10%). Tuttavia, garantiscono gli esperti, sarà una vendemmia di qualità. Ma attenzione: questi sono solo auspici. I produttori restano cauti. Il motivo è semplice: è troppo presto per formulare giudizi definitivi. Solo in alcune zone, come Trentino, Friuli Venezia Giulia e poche altre zone, è iniziata la vendemmia delle uve bianche, soprattutto quelle base spumante (chardonnay e pinot). In generale, per varie cause (pioggia, ritardo dell'invaiamento) la raccolta inizierà tra quattro-cinque giorni, tempo permettendo. Ritardo di una settimana anche per i rossi. I primi grappoli si taglieranno a metà mese, ma il grosso sarà raccolto a ottobre e fino ai primi di novembre. Ovvio che, con 30-60 giorni davanti a sé, i produttori siano guardinghi. Tutto può ancora succedere, lo sanno per atavica esperienza. Certo, se le condizioni meteorologiche rimanessero quelle di questa settimana, i risultati sarebbero di alto livello con alcune punte di eccellenza. La scarsità di precipitazioni fino a giugno ha infatti evitato muffe e funghi, le uve sono finora sane; per molte, la forte escursione termica tra giorno e notte in agosto ha permesso un bell'incremento del grado zuccherino e dei profumi delle uve. Secondo una recente indagine di Winenews, il più autorevole sito internet italiano sul mondo del vino, la situazione si presenta, al momento, positiva un po' dovunque, dal Trentino, al Friuli (con qualche preoccupazione per un leggero eccesso di piogge) al Veneto, dove i produttori di Prosecco attendono un'annata ottima e pensano di avviare la vendemmia verso il 10 di settembre e dove quelli di Soave si attendono una buona annata, nonostante alcuni problemi meteo e una produzione leggermente superiore in quantità, rispetto allo scorso anno. Qualche rititardo di maturazione nella Franciacorta bresciana, mentre in Oltrepò pavese la qualità dovrebbe essere alta. Bene anche il Piemonte, anche se le uve sono in leggero ritardo di maturazione. Nell'altra «capitale» del vino nazionale, la Toscana, i commenti sono positivi: belle e sane le uve, con ritardi di maturazione di circa una settimana, tranne che in Maremma. Qualche ritardo è stato segnalato nelle Marche e in Abruzzo, mentre in Umbria potrebbe registrarsi un leggero anticipo nella raccolta. Bene anche la Campania, dove però non si inizierà a vendemmiare prima di ottobre (uve bianche) e dei primi di novembre (uve a bacca rossa). Aspettative positive anche dal resto del Sud. Ma tutti i produttori, da Bolzano a Pantelleria, insistono su un unico elemento: tutto dipenderà dal tempo che farà a settembre: questi ultimi trenta giorni faranno da discrimine tra una buona e un'eccellente annata. Fin qui le aspettative. Restano però i nodi di sempre: i casi di Puglia e Sicilia, guarda caso tra le regioni che quest'anno registreranno il maggiore incremento produttivo, devono fare riflettere. Si produce troppo, i prezzi crollano, anche per le eccessive eccedenze e i produttori scendono in piazza, occupano autostrade e stazioni ferroviarie, il ministro Alemanno promette sostegno erga omnes. Ma fino a quando potrà andare avanti così? Non è un segreto per nessuno che in alcune regioni, come Piemonte e Toscana, molte cantine sono piene di giacenze degli anni passati: causa della crisi globale, certo, ma anche e soprattutto di troppi anni passati a incrementare i prezzi delle bottiglie vendute e ora in triste giacenza. Dalle cantine piene alle vigne in sovraproduzione il passo è breve e, in questo, Nord e Sud si danno, paradossalmente, la mano. Tra due mesi, a vendemmia ultimata e a vini in cantina, occorrerà riprendere una seria analisi sul mondo del vino italiano, che sempre meno può prescindere dal confronto (e quindi dalla concorrenza, spesso spietata) con il resto del mondo.

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