“Italians love pasta” non è solo un luogo comune che appartiene all’immaginario collettivo di chi vive all’estero: la pasta è, in tutte le sue declinazioni, realmente un punto fermo sulla tavola degli italiani, e a dimostrarlo sono gli ultimi dati diffusi dai pastai italiani di Unione Italiana Food, che confermano che 9 italiani su 10, cioè l’88%, la mangiano regolarmente, e che 1 su 3, il 36%, la porta in tavola tutti i giorni. E il suo successo cresce anche a livello globale, al punto che, nel mondo, in 10 anni il consumo è quasi raddoppiato, passando da 9 a 15 milioni di tonnellate.
Un po’ come il mettersi a tavola stesso, la pasta è anche simbolo di inclusione, anche di chi la classica pasta non può mangiarla. Secondo l’Associazione Italiana Celiachia, infatti, i celiaci sfiorano ormai il 2% in Italia, raggiungendo quasi il milione della popolazione. Altri 3 milioni di italiani, pur non essendo celiaci, sarebbero gluten sensitive, ovvero si trovano a dover limitare nettamente i quantitativi di glutine, sulla base di un margine soggettivo di tolleranza. La pasta deve stare quindi al passo con i tempi: l’occasione perfetta è il World Pasta Day, il prossimo 25 ottobre, giorno in cui si celebra l’amata pasta, e tutte le sue declinazioni, dai diversi tipi di grano, quello tenero e quello duro, a quella fatta col farro e col Kamut, fino al Senatore Cappelli, e ancora per il Timilia, trafilato all’oro o al bronzo, sottoposto a varie tipologie di essiccazione. La pasta senza glutine diventa così sinonimo di sperimentazione e gusto. Nuovo e amato trend è, in questo senso, la pasta realizzata con farina di legumi quali lenticchia rossa, piselli, fave, lupino, ceci.
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