La crescita dei consumi mondiali di vini fermi, da qui ai prossimi cinque anni, sarà limitata ad un misero +0,5%, come emerge dalle previsioni dell’Iwsr - International Wine and Spirits Research, una progressione che di certo non riguarda il mondo della produzione biologica, destinata a tutt’altri ritmi. Nel 2022, come rivela lo studio per Sudvinbio presentato a Millèsime Bio, di scena a Montpellier, le casse di vino biologico vendute nel mondo arriveranno a 87,5 milioni (dai 56,3 milioni del 2017), su un totale di 2,426 miliardi di casse di vino commercializzate complessivamente, per una quota di mercato del 3,6%, per un giro d’affari complessivo di 8,7 miliardi di eueo.
Con il crescere della domanda, è destinato per forza di cose ad aumentare anche il vigneto bio, a partire dai Paesi storicamente produttori, ossia Italia, Spagna e Francia: se nel 2017 Spagna e Italia erano entrambe intorno ai 105.000 ettari vitati certificati a conduzione biologica, nel 2022 le superfici iberiche arriveranno a 170.000 ettari, quelle italiane a 130.000, e quelle francesi passeranno dagli attuali 85.000 a 100.000 ettari.
Se oggi il 66% della produzione bio viene assorbita dai mercati europei di Germania (13,5 milioni di casse), Francia (9,3 milioni di casse), Gran Bretagna (5,7 milioni di casse) e Svezia (4,2 milioni di casse), tra i mercati da tenere sotto osservazione in termini di crescita c’è quello Usa, dove è attesa un’evoluzione dei consumi del 14,5% l’anno, fino ad arrivare a 8,7 milioni di casse, dalle attuali 4,5 (come il Canada), Tassi di crescita importanti sono attesi anche in Sudafrica (+13% l’anno), Norvegia (+13% l’anno), Spagna (+12% l’anno), Germania (+11% l’anno), Regno Unito (+9% l’anno), Cina (+8% l’anno) e Italia (+5% l’anno).
A proposito di Stati Uniti, come ha rivelato il rapporto dell’Iwsr, i consumatori di vini bio sono sempre disposti a pagare qualcosa in più, e i due target di riferimento sono i Millennials e le donne che vivono nelle grandi città, quindi New York, Los Angeles e Chicago. Ad oggi, però, il 72% del mercato è rappresentato dalle produzioni nazionali, con una quota del 12% per i vini italiani e del 6% per quelli francesi. Altro mercato interessante, nonostante la solita incognita della Brexit, è quello della Gran Bretagna: nel 2022 si arriverà a quota 9 milioni di casse di vini biologici vendute, in un mercato in cui i consumi di vini fermi, in generale, sono destinati a contrarsi, mentre dal 2012 ad oggi la quota del bio è già raddoppiata.
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