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Jackson Family Wines, uno dei nomi più blasonati della California enoica, guarda al meglio dell’Italia del vino: secondo l’ad Barbara Banke il gruppo, con 36 cantine in 4 continenti in portafoglio, punterebbe a acquisizioni a Bolgheri e in Piemonte

“Al momento, abbiamo solo una cantina in Italia - Arcanum, in Toscana. Ovviamente mi piacerebbe molto qualcosa in Piemonte o a Bolgheri. Forse entrambe”. E’ con queste parole, decisamente inequivocabili, che Barbara Banke, a capo del gruppo vinicolo statunitense Jackson Family Wines dalla morte del marito Jess Jackson, ha descritto le mire del brand enoico della Sonoma County per le future espansioni fuori dai confini degli Stati Uniti.
Come riportato da “Decanter” (www.decanter.com), Jackson Family Wines sembra non conoscere requie nei successi aziendali quanto nelle acquisizioni: il recentissimo acquisto di Willakenzie Estate, in Oregon, ha portato il gruppo a possedere 36 cantine in 4 continenti, dalla Francia all’Australia e dal Cile, per l’appunto, all’Italia. Dove, secondo quanto dichiarato esplicitamente da Banke, il gruppo potrebbe decisamente allargare il proprio raggio operativo, forte di una presenza sul mercato enoico più florido del mondo, gli Stati Uniti, che non accenna a indebolirsi - e che è divenuta tale con un vino, lo Chardonnay Kendall-Jackson, che secondo più di un osservatore è divenuto un vero e proprio archetipo enoico nell’Unione.
Dalla morte di Jackson, nel 2011, il gruppo si è focalizzato senza soluzione di continuità sull’Oregon e sul suo Pinot Nero, per poi aggiungere al suo portfolio, tra le altre, l’australiana Hickinbotham Vineyards, nella prestigiosa McLaren Vale, nel 2012, dove nasce il leggendario Penfolds Grange. E visto che queste decisioni di Banke hanno decisamente portato buoni frutti a Jackson Family Wines, la stessa Banke ha dichiarato a “Decanter” che il gruppo punta a ulteriori acquisizioni, e puntando decisamente in alto. Oltre a Bolgheri e Piemonte, che non hanno senz’altro bisogno di presentazioni, Banke ha menzionato “accademicamente” Borgogna e Champagne - escludendoli subito dal novero delle possibilità concrete per i prezzi proibitivi - e sottolineato il suo interesse per l’Australia, con “la Barossa Valley e i vigneti di Pinot Nero nella Penisola di Mornington e in Tasmania”. Ma il gruppo non disdegnerebbe, in futuro, anche acquisizioni nel Regno Unito, per “approfondire il tema degli sparkling britannici”.

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