
“La musica è pericolosa, come lo sono tutte le cose profondamente belle: ci cambiano, a volte ci ammaliano di bellezza, come gli innamoramenti adolescenziali”, e “come pericolosi possono essere i nostri incontri con quella bellezza che ha la forza di cambiarci dentro”: parole del maestro Premio Oscar Nicola Piovani, tra i più grandi musicisti di sempre e autore di colonne sonore per film-capolavoro firmati dai registi che hanno fatto la storia del cinema, da Federico Fellini - dal quale ha preso in prestito la frase sulla musica pericolosa per il titolo del suo ultimo libro - a Mario Monicelli, dai fratelli Taviani a Nanni Moretti, da Marco Bellocchio a Giuseppe Tornatore, a Roberto Benigni, con il quale ha vinto la statuetta per la “Vita è bella”, accanto a tanti prestigiosi David di Donatello, al sodalizio artistico con lo scrittore Vincenzo Cerami, anche in teatro, per Luca De Filippo e Gigi Proietti, Vittorio Gassmann e Maurizo Scaparro, ed alle sue canzoni cantate da Fabrizio De Andrè e Francesco De Gregori, da Peppe Servillo a Giorgia, da Fiorella Mannoia a Jovanotti, da Noa a Gianni Morandi, tra gli altri. E che, il 25 luglio, con la Nicola Piovani Orchestra, sarà a “Jazz & Wine in Montalcino” 2025, tra i più longevi Festival del panorama musicale internazionale, e il più storico ed importante “festival aziendale” del vino italiano firmato Banfi, tra le aziende di riferimento del vino italiano, leader del Brunello di Montalcino, in un concerto promosso in collaborazione con WineNews. E in un’edizione n. 28 del Festival, a Montalcino, dal 22 al 27 luglio, che vedrà salire sul palco “big” del calibro di Kenny Barron, Enrico Pieranunzi, Malika Ayane, Fabrizio Bosso, Javier Girotto e Avishai Cohen.
Grandi artisti, musica d’autore, vino di qualità e location d’eccezione, sono gli ingredienti che lo rendono da sempre un “unicum” e un antesignano del genere dei tanti festival che, oggi, uniscono il mondo della musica e il mondo del vino. Ed attraverso il loro linguaggio universale, “l’idea è quella di donare un messaggio di cultura, di bellezza, di armonia e di pace - sottolineano Alessandro Regoli e Irene Chiari, fondatori di WineNews, che ha fortemente voluto il maestro Nicola Piovani sul palco di “Jazz & Wine”) - attraverso una serata di musica speciale, in uno spazio/tempo importante per Winenews, con uno dei più grandi maestri al mondo”. Nei suoi quasi 30 anni di storia, del resto, il Festival, grazie alla sua formula originale, in cui collaborano fianco a fianco una realtà culturale come l’Alexanderplatz di Roma e un vero mecenate come Banfi, ha attratto sul proprio palcoscenico moltissimi tra i più famosi artisti jazz internazionali ed italiani (con la direzione artistica di Eugenio Rubei, sulla scia della visione dello storico direttore artistico, Giampiero Rubei), offrendo spazio alle proposte più diverse del panorama jazz internazionale, aprendosi a sporadiche incursioni nel pop: un mix di linguaggi che vince e convince consacrando questo cartellone come uno dei più amati di sempre, seguito da un pubblico che, nel tempo, continua a crescere.
Nell’edizione 2025, si parte il 22 luglio, nella suggestiva cornice di Castello Banfi, con “Legend of Jazz Kenny Barron Trio”, considerato uno dei più grandi pianisti jazz al mondo. Celebre per il suo stile lirico e raffinato, Barron ha inciso oltre quaranta album da leader e ricevuto numerosi premi, tra cui 13 nomination ai Grammy e il titolo di Nea Jazz Master. Da oltre un decennio guida un affiatato trio con Kiyoshi Kitagawa al contrabbasso e Johnathan Blake alla batteria. Il 23 luglio, sempre a Castello Banfi, arriva “Enrico Pieranunzi Trio”: sul palco accanto al noto pianista, eccellenza assoluta del jazz italiano, saliranno Francesco Petreni, batterista senese di notevole qualità tecnico-musicale, e il fenomenale contrabbassista danese Thomas Fonnesbaek, con il quale ha una collaborazione pluriennale da cui sono nati album intensi e travolgenti. Un trio considerato tra le migliori formazioni europee. Il 24 luglio il Festival si sposta tra le mura medievali della Fortezza di Montalcino dove, in esclusiva per la Toscana, si esibisce la grande ed amatissima cantautrice Malika Ayane. Con cinque partecipazioni al “Festival di Sanremo”, ha vinto due “Premi della Critica Mia Martini”, e con sei album e numerose collaborazioni con artisti come Andrea Bocelli, Cesare Cremonini e Jazzanova, per celebrare i 15 anni di carriera è tornata live con “Malika Ayane a Teatro” 2024.
Il 25 luglio, di scena uno spettacolo di grande levatura: sul palco Nicola Piovani Orchestra con “Note a margine”, una sorta di racconto autobiografico commissionato a Nicola Piovani dal Festival di Cannes nel 2003 (col titolo “Leçon Concert”). Sulla scia di memorie e aneddoti, il maestro ripercorre alcuni grandi incontri che hanno segnato il suo percorso, da Federico Fellini, ricordato con affetto per le piccole manie e per la maestria di regista, ai fratelli Taviani, da Vincenzo Cerami a Roberto Benigni, con episodi narrati con leggerezza e sincerità. Esperienze di vita tra musica, cinema, teatro che Piovani racconta accompagnandole con le note del suo pianoforte, insieme al sassofono e al contrabbasso. Raccontare in musica aiuta a capire il senso del racconto di Piovani il quale ha sottolineato “non ricordo un solo momento della mia vita in cui non ci sia stata la musica”.
A seguire, il 26 luglio, in vista del ventennale, tornano sul palcoscenico di “Jazz & Wine in Montalcino” i “Latin Mood”, gruppo guidato da Javier Girotto e Fabrizio Bosso con “Desde cuando”. Un nuovo album, un’occasione rinnovata per produrre nuova musica in quel linguaggio infinitamente variegato che è il Latin Jazz. Nel concerto, insieme alle nuove composizioni, non mancheranno brani storici del gruppo, tratti dagli album precedenti, “Sol” e “Vamos”. Infine, il gran finale, il 27 luglio, con l’Avishai Cohen Quartet, uno dei trombettisti più originali ed acclamati della scena jazz contemporanea mondiale, noto per il suo suono personale e la costante ricerca artistica. Con lui sul palco Jonathan Avishai al piano, Yoni Zelnik al contrabbasso e Ziv Ravitz alla batteria. La sua musica continua a superare i confini del jazz tradizionale, imponendolo come una delle voci più innovative della sua generazione.
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