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L’AMARONE, IL VINO DI PUNTA DELLA VALPOLICELLA, NON SENTE LA CRISI, ANZI NEL 2008 LE UVE MESSE A RIPOSO PER PRODURLO SONO RADDOPPIATE SUL 2005, CHE ENTRA IN COMMERCIO. PIU’ BOTTIGLIE SUL MERCATO, CHE IMPONE AZIONI DI COMUNICAZIONE E MARKETING

In un anno, il 2008, non facile per il vino italiano - con una crisi economica internazionale tuttora in atto, alcuni disciplinari di importanti denominazioni italiane messi in discussione, una nuova organizzazione comune di mercato alle porte che inquieta il settore, l’Amarone della Valpolicella non sente la crisi, anzi raddoppia. E’ raddoppiata la quantità di uve messe in appassimento per produrlo sul 2005 (da 15,9 a 29,8 milioni di kg) e l’Amarone continua a trainare i vini dalla doc, Valpolicella Ripasso in testa.
I numeri della denominazione dei vini Valpolicella sono stati comunicati - come ormai accade da sei anni - all’Anteprima Amarone 2005 (dal 31 gennaio al 1 febbraio a Verona), occasione di presentazione del millesimo che entra in commercio, in un esercizio di trasparenza raro, se non unico nel Paese.
Su una superficie vitata di 6.022 ha iscritti all’albo del Valpolicella insistono 2.478 aziende, di cui più della metà (1.635) producono uva per l’Amarone mettendola a riposo in 395 fruttai, per un valore totale delle uve di 90 milioni di euro e di 205 milioni di euro di fatturato all’uscita dalle cantine della doc Valpolicella.
Un sistema quello del vino Valpolicella - come aveva evidenziato lo studio del 2007 sulla sua filiera commissionato dal Consorzio a Eugenio Pomarici dell’Università Federico II di Napoli - che per dinamicità e complessità si propone come modello vincente, da completarsi con un maturo orientamento al mercato di tutte le imprese.
A questo proposito, due sono i dati sorprendenti: le 26 nuove aziende nate negli ultimi 7 anni, in un panorama di 168 aziende (5 sono cantine sociali) e l’elevato prezzo medio riconosciuto alle uve destinate all’appassimento (1,80 euro/kg nel 2008).
Amarone, antidoto alla crisi
“L’Amarone - ha detto Luca Sartori in “Anteprima Amarone” 2005 - ha potuto vincere perché ha saputo convincere. L’indiscusso successo è dovuto alla capacità di un territorio e della sua gente che ha fortemente creduto nelle potenzialità di un grande vino, investendo in nuovi vigneti (dal 2001 al 2008 il rinnovo ha coinvolto il 36% della superficie vitata) e in strutture adatte all’appassimento, in tecnologia, nella riscoperta e reintroduzione di antichi vitigni per sottolineare sempre più il legame tra la terra e il vino, oggi indiscutibilmente in grado di competere senza complessi di inferiorità con i più grandi vini nel mondo, non ultimo grazie ad un rapporto qualità/prezzo di assoluto interesse”. E con il successo consolidato negli ultimi anni - le bottiglie vendute sono cresciute di circa il 60% dal 2005 (5,412 milioni di bottiglie) al 2008 (8,570 milioni) - per l’Amarone della Valpolicella sono aumentate anche le falsificazioni.
“Si va - racconta Luca Sartori - da casi di falsificazione completa di alcune partite di bottiglie bloccate dagli organi di controllo prima di essere immesse sul mercato alla ricerca furbesca di nomi che ricordano per assonanza il nome “Amarone” (ma anche il Ripasso) per confondere il consumatore e fuorviarlo nelle scelte. Ecco perché abbiamo introdotto il Contrassegno di Stato obbligatorio su tutta la produzione imbottigliata dopo il 1 luglio 2008 e siamo impegnati a fianco della Camera di Commercio di Verona nella difesa dei marchi attraverso azioni legali”.
I numeri danno la misura dell’attività di controllo svolta dal Consorzio nel 2008: 1.201 ha di vigneto (albo vigneti e rese/ha); il 100% delle uve destinate ad Amarone e Recioto; 400.697 hl di vino (verifica documentale e analisi chimica-organolettica); 50,55 milioni di bottiglie pronte per la vendita (verifica documentale filiera e analisi chimica-organolettica di confronto).
Dal 1 luglio ad oggi sono state consegnate 4.400.192, strumento di tracciabilità fruibile dai consumatori che, dall’area dedicata alla tracciabilità sul sito del Consorzio (www.consorziovalpolicella.it) digitando i numeri del contrassegno possono risalire all’origine della bottiglia.
Verso nuovi obiettivi
Dunque la produzione di Amarone continuerà a crescere. Partendo dalle uve messe a riposo nel 2008, nel 2012 si dovrebbero sfiorare gli 11 milioni di bottiglie prodotte!
Alcuni sono critici rispetto a questa direzione imboccata anni fa dalla denominazione, temendo gli effetti di un possibile eccesso di offerta. “Crediamo - sostiene Luca Sartori a questo proposito - che l’Amarone sia pronto a perseguire nuovi obiettivi: il prodotto c’è nella qualità e nella quantità. La convinzione diffusa che l’Amarone possa recuperare un anno in più di invecchiamento, l’obbligo del Contrassegno di Stato e, soprattutto le ultime annate con ottime caratteristiche e quindi meritevoli, hanno portato a questa scelta decisamente coraggiosa e controcorrente. Certo i quantitativi molto importanti di Amarone saranno già dal prossimo anno disponibili sul mercato, impongono l’accettazione di nuove sfide che si spostano ora sul fronte della comunicazione e del marketing”.

Il profilo - L’Amarone della Valpolicella 2005, annata ottima e longeva
Nonostante l’andamento climatico non facile nella stagione vegetativa 2005 per i repentini sbalzi di temperatura e sommatorie termiche sotto la media, un settembre asciutto con temperature elevate ha garantito un recupero della qualità grazie a un carico produttivo sotto la media, con buone concentrazioni di sostanze zuccherine e fenoliche a fronte di un’acidità superiore alla media poliennale.
Gli Amaroni 2005, analizzati da un panel di esperti, pur dimostrando una maggiore variabilità produttiva sul 2004 evidenziata anche dal quadro analitico, hanno molti caratteri distintivi comuni dell’annata.
Il millesimo 2005 risulta di colore molto intenso, con note che vanno dal rosso rubino al rosso porpora. Al naso presenta note speziate di cannella e zenzero e note dominanti di frutta matura prugna e ciliegia. In bocca ottimo equilibrio fra zuccheri, acidità, tannino e alcool. Questi caratteri assieme donano all’Amarone 2005 eleganza, finezza e ottima bevibilità, ma soprattutto descrivono un’annata di eccellente piacevolezza e di promettente longevità.

Il caso - Il marchio collettivo Amarone della Valpolicella
Può dirsi ormai concluso l’iter di registrazione dei marchi collettivi Amarone e Amarone della Valpolicella nei principali Paesi di destinazione della produzione veronese.
L’attività, avviata nel 2004 con la presentazione della richiesta di registrazione presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, ha portato alla graduale registrazione dei marchi in 36 Paesi (paesi aderenti all’Unione europea, Argentina, Canada, Australia, Croazia, Giappone, Stati Uniti, Serbia, Montenegro e Sud Africa).
Si è trattato di un percorso lungo e complesso, in quanto, in molti casi, è stato necessario superare le obiezioni presentate dagli Uffici Marchi interessati, e che ha richiesto un notevole impiego di risorse finanziarie. Tuttavia, la Camera di Commercio di Verona, titolare dei marchi, e il Consorzio dei vini della Valpolicella sono profondamente convinti che il marchio collettivo rappresenti, soprattutto all’estero, un valido strumento di garanzia per i consumatori, in quanto certifica l’origine e la qualità del prodotto, e di protezione della produzione veronese da contraffazioni ed illecita concorrenza, in quei Paesi in cui le denominazioni di origine non trovano protezione.
E’ noto infatti che ormai da tempo in alcuni paesi vengono commercializzati vini che riportano, in etichetta, denominazioni riferibili a vini italiani, oppure vengono prodotti usando tecniche di vinificazione caratteristiche di vini tipicamente italiani.
All’estero le disposizioni italiane e comunitarie che tutelano le denominazioni di origine sono difficilmente applicabili e la tutela dalla concorrenza sleale è molto più efficace se si riesce ad ottenere la registrazione di marchi collettivi. Da qui l’idea di proteggere e valorizzare un settore così importante per l’economia veronese, quale quello vitivinicolo, attraverso la registrazione italiana ed internazionale del vino Amarone della Valpolicella. Ovviamente, l’obiettivo non è costituito dalla registrazione in sé: lo scopo finale infatti è, da una parte, quello di far sì che tutti i produttori locali utilizzino il marchio e, dall’altro, quello di proteggerli dalla concorrenza di altri produttori che, senza averne diritto, cioè senza attenersi alle norme di produzione del Disciplinare, commercializzino vini confondibili con l’Amarone. Quindi, l’uso del marchio collettivo viene concesso in licenza a tutti i produttori e imbottigliatori che, in base alla normativa in materia di denominazioni di origine, hanno diritto a produrre il vino, a condizione che le sue caratteristiche e le modalità di produzione rispondano alle prescrizioni del Disciplinare. Per garantire ciò, a corredo delle richieste di registrazione dei marchi sono stati depositati anche dei regolamenti d’uso, che disciplinano requisiti e modalità per ottenere la licenza d’uso del marchio. La licenza è totalmente gratuita: aspetto questo molto importante in quanto per aiutare le imprese vitivinicole non basta proteggere i loro prodotti ma occorre anche non appesantire la loro attività con ulteriori oneri.
Alla data attuale, le licenze d’uso, non esclusive, sono state rilasciate a 181 aziende, che hanno assunto così l’obbligo di rispettare le disposizioni del Regolamento d’uso del marchio e del Disciplinare di produzione.
Ma le attività a tutela della denominazione non sono ancora concluse: vista la crescente rilevanza dei mercati asiatici, è stata depositata anche una richiesta di registrazione del nome Amarone in caratteri cinesi, per proteggere il vino dall’utilizzo di denominazioni cinesi assonanti con la pronuncia del nome italiano. Analoghe iniziative di registrazione di marchi collettivi sono state intraprese, in accordo e collaborazione con i rispettivi Consorzi di tutela, per il Valpolicella Ripasso, il Recioto della Valpolicella e il Recioto di Soave.
Fonte: Fabio Piccoli & Clementina Palese
Ufficio Stampa “Amarone 2005 in Anteprima”

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