Anche in piena estate la passione e la curiosità verso il vino non va in vacanza, ma viene spostata soltanto verso tipologie più adatte alla stagione: gli enonauti, quindi, non smettono di bere e soprattutto di provare, anzi, lo fanno, se possibile, in modo più ampio, spaziando nel “mare magnum” della ormai gigantesca offerta del mercato. E’ proprio nel periodo estivo e dunque in vacanza, che gli enonauti vanno a caccia liberamente di novità e provano, assaggiano, soprattutto i vini che hanno “dietro le loro spalle”, cioè quelli prodotti in quei territori vocati, che confinano o sono loro stessi luoghi di villeggiatura di mare, di collina o di montagna. Così, è vero che le loro preferenze si orientano principalmente sui vini bianchi italiani, provenienti dai relativi territori d’elezione, in testa il Friuli Venezia Giulia, con i suoi Sauvignon, Tocai e Ribolla Gialla, seguito dalla Campania, con il Greco di Tufo, il Fiano d’Avellino e la Falanghina e dall’Alto Adige con il suo Gewürztraminer, ma comprendono anche mirate incursioni nel mondo delle bollicine (su tutti la Franciacorta) e perfino fra i vini rossi. E’ quanto emerge dal sondaggio, condotto su un campione di 8.894 enonauti (con risposte da parte di 1.084 enonauti), di www.winenews.it, uno dei siti d’informazione sul vino più cliccati d’Italia, e realizzato in collaborazione con Vinitaly (www.vinitaly.com).
La tipologia di vino preferita per l’estate 2004 è indiscutibilmente quella dei bianchi (62%), seguiti dalle bollicine (24%), dai rossi (9%) e infine dai rosati (5%). Risultato questo di un’associazione abbastanza immediata e “classica”: vino bianco, come sinonimo di freschezza, abbinato al pesce. Ma molti degli enonauti interpellati hanno tenuto a far notare anche come il vino varia al variare del cibo, dimostrando da una parte una grandissima attenzione all’abbinamento e, dall’altra, una spiccata idiosincrasia all’incasellamento e alla generalizzazione: c’è chi ha dichiarato, infatti, palesemente di uscire da questo schema, abbinando al pesce (magari particolarmente saporito), rossi anche importanti e strutturati (in testa il solito Sassicaia regna incontrastato, ma tanti sono i super Toscani e i super Siciliani, oltre agli emergenti (e dal costo abbastanza contenuto) Morellino di Scansano e Barbera. Unanime è stato, invece, il parere che il vino sia il compagno ideale della buona tavola e consumarlo senza l’adeguato supporto del cibo, risulta, per la maggior parte dei nostri enonauti, un modo inadeguato di godere del nettare di Bacco.
Il sondaggio di www.winenews.it ha eletto le griffe del vino dell’estate 2004. Quelle più citate, con le diverse etichette, e in rigoroso ordine di classifica sono: alla pari, Planeta e Bellavista, quindi San Michele Appiano, Ca’ del Bosco, Ferrari, Feudi di San Gregorio, Jermann, Castello della Sala (Antinori), Donnafugata, Berlucchi, Venica&Venica, Argiolas, Livio Felluga, Schiopetto, Mastroberardino, Santa Margherita, Sella & Mosca, Umani Ronchi, Cantina di Terlano. Ma, nelle scelte degli enonauti, tanti sono stati i riferimenti all’importanza del “rapporto qualità-prezzo”: ed in questo senso sono stati segnalati soprattutto i nomi dei due “mostri” della cooperazione italiana: in Trentino, la Cantina La Vis, ed in Sicilia, con i vini di Mandrarossa, la cantina Settesoli. Tanti anche gli eno-appassionati che, all’opposto, hanno tessuto le lodi del mitico Trebbiano d’Abruzzo di Valentini e della Ribolla Gialla di Gravner, dimostrando una predilezione particolare verso i vini di nicchia e per intenditori.
Gli enonauti hanno decisamente premiato i vini italiani nelle loro scelte estive, con una percentuale di preferenza che si attesta sull’85%. Resta un 15% di spazio per i vini provenienti da altri Paesi: in questa ristretta percentuale, il 95% delle preferenze è riservato agli Champagne, che sembrano destinati a diventare anche protagonisti dell’estate, oltre che delle feste natalizie. Un occasione in più che rafforza la presenza sul mercato italiano delle bollicine francesi, per ora l’unico esempio in grado di scardinare il nostro sciovinismo patriottico in fatto di consumi di vino. La scelta degli enonauti affezionati allo Champagne ha premiato le griffe più affermate nel nostro Paese, vale a dire Bollinger, Billecart-Salmon, Ruinart, Krug, Selosse, ma anche alcune aziende che stanno lavorando bene sul fronte del sempre più ricercato rapporto qualità/prezzo come nel caso di Paul Bara e Jacquart.
Anche in fatto di vitigni e regioni produttrici dei vini pù apprezzati per l’estate, la scelta degli enonauti è stata molto precisa. Non ci sono dubbi, per il primo posto: Friuli Venezia Giulia, con i suoi Sauvignon, Tocai e Ribolla Gialla, seguito dalla Campania, con il Greco di Tufo, il Fiano d’Avellino e la Falanghina; poi è la volta dell’Alto Adige, dove i gusti degli enonauti hanno premiato soprattutto il Gewürztraminer; quindi, la Sicilia, con lo Chardonnay e l’Insolia; poi, ancora, il Trentino, con lo Chardonnay e il Müller Thurgau, le Marche, con il Verdicchio e la Sardegna, con il Vermentino. A seguire: Gavi, Soave, Vernaccia di San Gimignano, Arneis, Frascati.
Nella “sfida” delle bollicine “made in Italy” vince, invece, la Franciacorta, seguita da Conegliano e Valdobbiadene, con il Prosecco, e dallo spumante Trentino. Ma, in tanti territori e per molti vitigni, facile ed immediato è stato, per un gran numero di enonauti, che così hanno dimostrato ulteriormente la loro sempre crescente capacità di orientarsi nel vasto e per certi aspetti complicato panorama enologico italiano, l’accostamento territorio-aziende/vitigno-aziende: Alto Adige (San Michele Appiano, Hofstätter, Cantina di Terlano); Verdicchio (Umani Ronchi, Garofoli, Sartarelli, Terre Cortesi Moncaro, Fazi Battaglia); Tocai e Collio (Venica, Felluga, Schiopetto, Vie di Romans, Vigne di Zamò, Villa Russiz, Gravner); Prosecco (Bisol, Ruggeri, Adami, Nino Franco, Col Vetoraz, Villa Sandi, Carpenè Malvolti); Franciacorta (Bellavista, Ca’ del Bosco, Uberti, Contadi Castaldi, Monterossa, Cavalleri, Mosnel, Bersi Serlini); Vermentino (Argiolas, Sella & Mosca).
Gli enonauti in vacanza, quindi, provano soprattutto i vini bianchi da vitigni autoctoni e, con questa scelta, confermano una tendenza in crescita, che premia la tipicità contro l’omologazione dei soliti vitigni cosiddetti internazionali, che, comunque, dimostrano di saper mantenere ancora un forte appeal su tanti enoappassionati.
Gli enonauti interpellati da www.winenews.it sono prevalentemente di sesso maschile (82%), hanno un’età compresa fra i 30 e i 45 anni (54%), un elevato titolo di studio (l’85% è in possesso del diploma o di laurea) e un buono/ottimo livello socio-economico (imprenditore, bancario, avvocato, commercialista, ingegnere, medico, agente di commercio, architetto, commerciante …); il 25% del campione intervistato non è di origine italiana (i Paesi più rappresentati sono Usa, Gran Bretagna, Svizzera, Austria, Francia, Australia).
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