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L'espresso

Ubriachi di bulimia ... Drunkoressia... La chiamano “drunkoressia” ed è la new entry dei disturbi alimentari. Collage tra le parole “drunk” (ubriaco) e “anoressia”, la definizione è stata coniata per le persone che ai problemi con il cibo uniscono l’abuso di alcol. Abuso che, nei casi estremi, finisce col diventare l’unica fonte di calorie ingerite, o per essere utilizzato per facilitare il vomito dopo un attacco bulimico.
“Nei centri di cura dei disturbi alimentari vediamo che alcolismo e bulimia sono spesso legati”, spiega Emanuele Scafato dell’Osservatorio nazionale sull’alcol dell’istituto superiore di sanità: “Anche perché hanno caratteristiche comuni. E chi abusa di cibo è portato ad abusare di tutto. Inoltre, i bulimici sono di norma anche anoressici, e uno stomaco colmo di liquido è più facile da svuotare”. Stando ai dati dell’Iss, il 25 per cento degli italiani tra i 16 e i 24 anni dichiara di ubriacarsi almeno una volta l’anno, ben il 17 per cento almeno una volta al mese, e la maggior parte dei disturbi con cibo e alcol riguardano le adolescenti.
Tra i giovani, infatti, le donne. quanto a drink. tengono testa ai loro coetanei.
Così la drunkoressia si connota come malattia di genere e di età: “All’origine c’è sempre un disagio psicologico”, continua Scafato: “E le pressioni sociali e i messaggi lanciati dalle pubblicità in cui bere è associato alla persona di successo, vietati per altro in Italia da una direttiva comunitaria, fanno il resto”. Secondo il ricercatore il fenomeno nel nostro Paese è cominciato circa dieci anni fa, e coincide con l’abbandono della dieta mediterranea. Ora si comincia a bere dall’aperitivo, dove si servono cibi estremamente grassi, e l’alcol è un valore di relazione sociale, non più di consumo alimentare.

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