02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

L'espresso

Pesticidi nel piatto ... La Ue aumenta i livelli di antiparassitari ammessi nelle colture. E alcune delle sostanze tossiche che arrivano in tavola raddoppieranno. Con effetti gravissimi... Preoccupati per la quantità di pesticidi che mangiate insieme alla frutta e alla verdura? Ebbene, sappiate che a breve aumenterà, e anche di parecchio. Per colpa di un’idea guida dell’Unione europea: l’armonizzazione fra tutti gli Stati membri, che permette agli agricoltori italiani, già dal settembre, di aumentare le dosi. Per stabilire limiti uguali per tutti, infatti, l’Unione ha deciso di usare il criterio del peggiore: uniformare tutti i paesi sullo standard di quello più permissivo, dove cioè è consentito avere più residui di pesticidi sugli alimenti. Risultato? Stando alle prime simulazioni preparate dagli austriaci di Global 2000: “A un bambino di circa 16 chili per superare la dose di pesticidi pericolosa per la sua salute basterà mangiare 20 grammi di uva (5-7 chicchi), 40 grammi di mela o 50 grammi di prugne”. Preoccupati sono anche gli ambientalisti in Germania, dove Greenpeace denuncia che negli agrumi il fenoxicarb, principio sospettato di essere cancerogeno e di interferire con il sistema endocrino, sarà tollerato a un tasso 40 volte superiore a quello consentito fino al 31 agosto scorso. Più concretamente, già è possibile stimare che sui fagioli il pesticida cicloxidim aumenterà di 2 volte e mezzo mentre sulle albicocche il cyprodinil sarà ammesso in dose 4 volte superiore.
“L’Italia sarà ancora meno sicura”, spiega Rina Guadagnini biologa di Legambiente:
“La regolamentazione italiana era infatti una delle più restrittive a livello europeo”.
E ciononostante, rispettando la vecchia legge, sono molti i pesticidi che arrivano diretta mente in tavola: lo studio di Legambiente “Pesticidi nel piatto 2008” ha infatti dimostrato che in Italia il 47,4 per cento dei campioni di frutta è contaminato da uno o più residui chimici, e i pesticidi sono presenti anche nel 18,3 per cento dei prodotti elaborati, come olio e vino. Una situazione che non potrà che peggiorare. In pomodori, fragole, pere e mele alcuni agenti saranno consentiti in misura più che doppia rispetto a prima. E proprio questi sono gli alimenti maggiormente studiati dalle associazioni ambientaliste, riunite sotto il cartello di Pan Europe (Pesticide Acrion Network), perché si tratta di quelli più comuni, consumati in prevalenza dai bambini. Secondo Pan Europe, con questa direttiva, la Commissione tradisce l’impegno che l’Unione aveva preso: portare i limiti di pesticidi accettabili nei prodotti della terra al minimo livello tecnicamente raggiungibile. Stando a questo impegno, obiettano gli ambientalisti, il criterio doveva essere quello di uniformare tutti ai paesi più virtuosi, e non viceversa.
La Commissione si difende chiamando in causa l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che a marzo scorso ha redatto un dossier scientifico sulla base del quale sono stati avallati i nuovi limiti. Perché lo fa? Soprattutto perché la vede dalla parte dei meno virtuosi e dice che solo in questo modo le nazioni in cui non erano presenti limiti di sorta dovranno introdurne. Ma le obiezioni al via libera dell’Efsa sono molte: per 570 pesticidi o combinazioni dì pesticidi (giacché il più delle volte i singoli agenti sono combinati sul campo) i nuovi limiti oltrepassano la dose acuta di riferimento (ovvero la dose massima che non produce effetti) ammessa dalla stessa Efsa e altri 94 superano la dose giornaliera ammissibile (il numero massimo di milligrammi di singolo agente che si possono assumere ogni giorno). Con il conseguente aumento di possibilità di subire danni cronici come il cancro o disturbi all’apparato riproduttore e endocrino.
“Un’esposizione continuata ai residui di pesticidi in acqua e cibo può provocare diversi
effetti cronici, se si superano i livelli fissati”, afferma Hilde Kruse, responsabile Sicurezza Alimentare dell’Oms Europa: “Organofosfati e carbamati possono avere un impatto negativo sullo sviluppo del sistema nervoso e provocare deficienze comportamentali, di memoria e di apprendimento. Alcuni pesticidi possono avere effetti negativi sui sistemi immunologico o endocrino e altri possono causare cancro, problemi all’apparato riproduttivo e sindromi specifiche che possono provocare sanguinamento”.
I più a rischio sono i bambini che, “rispetto al loro peso, in proporzione assumono una quantità superiore di pesticidi degli adulti”, spiega Rina Guadagnini. Per questo gli ambientalisti propongono che come modello di riferimento per stabilire i limiti massimi di assunzione venga usato quello di una bambina in età dello sviluppo. Gli effetti sul sistema endocrino di al cune sostanze usate come pesticidi, infatti, sono suffragati da sempre maggiore prove scientifiche. In particolare l’attenzione degli scienziati è puntata sui cosiddetti interferenti endocrini, sostanze in grado di interferire con il sistema ormonale, con gli ormoni sessuali e della tiroide.
“I feti, i neonati e i bambini possono essere più suscettibili ai pesticidi in quanto i loro organi sono in fase di sviluppo e il loro metabolismo e sistema di protezione sono ancora immaturi. Un’attenzione particolare meritano i potenziali effetti nocivi dei pesticidi sullo sviluppo del sistema nervoso dal momento che anche dosi moderate possono essere nocive per la salute dei bambini”, aggiunge Hilde Kruse dell’Oms.
Ad aggiungere preoccupazione, poi, c’è il fatto che i pesticidi non sono mai usati da soli: il 25 per cento di frutta, verdura e cereali contiene due o più sostanze diverse, mentre oltre il 5 per cento ne contiene minimo cinque. Ma nessuno a oggi è in grado di valutare l’azione congiunta di tutti questi agenti, come si combinano gli effetti dell’uno agli effetti dell’altro in un organismo vivente. “ Non possiamo pensare di sommare i singoli effetti, l’azione di tutti questi principi attivi da luogo a qualcosa di più”, spiega Guadagnini: “Una normativa efficace e moderna dovrebbe riconoscere questo problema e usare, almeno fino a quando non si avranno dei dati scientifici certi, il principio di precauzione e quindi nel caso di multiresiduo considerare limiti ancora più restrittivi”.
Lo spirito con cui è stato redatto il nuovo regolamento, invece, sembra andare in direzione contraria. In contraddizione anche con la proposta, in discussione al Parlamento Ue, di una direttiva sull’autorizzazione di nuovi fitofarmaci, che a oggi ha accolto alcune delle richieste delle associazioni ambientaliste e che si configura come piuttosto rigida. Il prossimo anno, quindi, potremmo avere una legge severa per l’immissione di nuovi prodotti ma un uso più indiscriminato dei vecchi, e magari più tossici.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su