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L'espresso

Il vino è condito ... Souplesse, ovvero morbidezza? Termini ormai superati. Mineralità? Certo, ma non solo. La nuova parola d’ordine degli enosnob oggi è: salinità. “Magnifico questo bianco, senti quant’è salino”; “Non è solo fruttato, ha molta salinità”. Superfluo notare che il più umile e piano aggettivo “salato” sarebbe più comprensibile. Il sentore “salino” è talmente ricercato che qualche ristoratore è stato sorpreso mentre aggiungeva del sale alla caraffa di bianco... In attesa che arrivi la moda di condire i vini anche con pepe e olio, ecco un paio di suggerimenti per apprezzare l’autentica (non aggiunta...) “salinità” in un vino. I bianchi della valdostana Cave du Vin Blanc de Morgex ed de La Salle (www.caveduvinblanc.com), come la cuvée Rayon, sono proprio così, nervosi e salini. In alternativa, se non avete la pressione troppo alta, potete provare un ligure Vermentino Riviera dei Fiori La Rocca di San Nicolao: fresco, vibrante, succoso e molto salino (giustappunto).

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