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L'espresso

A cena alla Casa Bianca ... Elegante, alla moda e senza grattacieli. La capitale americana svela il suo nuovo volto e fa concorrenza a New York. A partire dai musei, una trentina tutti gratis. Si passa dalla National Portrait Gallery, dov’è esposta l’opera neopop di Shepard Fairey, dedicata ad Obama, con la scritta Hope, diventata simbolo della sua campagna elettorale, al National Museum of American Indian, per scoprire l’avanguardia artistica dei nativi indiani, come Fritz Scholder. Si respira aria nuova a tava, a partire dagli hamburger che trovano la loro esaltazione nel nuovo Ketchup, più che un fast food un club di design, tra i proprietari l’attore Ashton Kutcher (152 Waterfront Street). La tendenza degli chef è svelare ingrediente e fornitori, ovvero il segreto del loro successo. Come Cathal Armstrong, del ristorante Eve, che per pomodori e verdura si rifornisce da Toigo Orchards (110 South Pitt St.) Lo chef dell’anno, Robert Weidmaier, della Brasserie Beck, acquista funghi, piselli, lenticchie al FreshFarm’s Dupont Marker (1101 K St.). A tavola birra e soft drink sono banditi, a favore del vino: i ristoranti fanno a gara per accaparrarsi i sommelier migliori, com andrei Myers, Nicole Sadyga ed Elli Benchimol, che cura la lista dei vini della cantina del Ristorante Potenza, cucina italiana più apprezzata in città. Tocchi salutisti nell’aperitivo, come il Farmer’s Alamanac 90, proposto al PS7s, con lamponi fatti macerare per dieci giorni, gin, basilico, champagne e pochissimo zucchero (777I St.). I party più esclusivi si svolgono nel nuovo W Hotel Washington, a 200 metri dalla Casa Bianca. Alla sera, la vista dalla terrazza è superba (www.starwoodhoteles.com).

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