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L'espresso

Il gusto di bere giusto ... Tendenze nel calice... Cocktail a gradazione ridotta, grappe sfumate, profumi di vino. Per dimuire l’alcol e salvare il piacere... Il piacere del bere è bere il giusto. Trascorrere una serata in compagnia, senza passare il confine dell’eccesso. Una regola aurea dell’alcol non esiste, ma c’è una certezza: prima si impara a fare i conti con i propri limiti, meno si rischia. Prima si impara a distinguere tra qualità e quantità, prima si riesce ad allontanare i problemi. Così l’associazione no-profit Tutti più educati ha iniziato il percorso formativo “Bevi giusto, basta il gusto” nelle scuole superiori: un programma presentato con successo agli studenti di alcuni istituti del nord Italia. In collaborazione con l’Ais (Associazione italiana sommelier), ai ragazzi viene data un’informazione positiva sul vino che, lontana dal proibizionismo e dai toni moralistici, li aiuta ad apprezzarlo e a capire quali siano le giuste quantità (www.bevigiustobastailgusto.it). Con un’iniziativa quasi parallela alcuni alchimisti del calice girano l’Italia proponendo una nuova formula magica del cocktail che riduce l’alcol senza intaccare né il sapore, né il look. Caterina Lasagna, barlady Aibes, e Mauro Cerrina, barman Aibes specializzato nell’intaglio di frutta e verdura, insegnano le miscele dei soft cocktail a basso contenuto alcolico. Il male minore per un piacere maggiore: con solo 4 centilitri di grappa a 40° ottengono lo stesso risultato gustativo di un cocktail con 10-15 centilitri di gin, vodka o rum che hanno la stessa gradazione. Il segreto è nell’acquavite, che fa sembrare il drink più forte, e nella decorazione seduttiva del bicchiere (per info tel. 340 0049641). Senza correre il rischio di incidenti o di dovere tornare a casa senza patente. E per cocktail sempre più leggeri, anche chi produce spirits sta cercando delle alternative in linea con le nuove tendenze: dopo anni di ricerca Roberto Castagner ce l’ha fatta e ha creato Aqua 21, una grappa con metà alcol che contiene solo 21 gradi. Nel suo volumetto di cocktail, da richiedere contattando l’azienda (www.robertocastagner.it), ci sono molti classici rivisitati in versione low alcohol, fra cui il Mojito 21, che ha un contenuto alcolico dell’8,4 per cento, inferiore a quello di una lattina di birra. E a tavola? Come alternative analcoliche si offrono particolari, profumatissimi infusi. Così i ravioli del plin farciti con cardo e seirass (una ricotta piemontese di pecora) e guarniti con cardo fritto vengono serviti asciutti e subito bagnati con brodo vegetale al the Oolong Jardin de Luxembourg di Damman Frères, versato direttamente dalla teiera. Lo stesso infuso va a riempire una tazzina che accompagna i ravioli: una cerimonia che seduce il cliente egli fa dimenticare il calice. È un piatto creato da Antonio Chiodi Latini, chef de La Maison dei Nove Merli (http://www.novemerli.it), che abbina il the anche col dessert: come il the bianco Passion de Fleurs di Damman Frères infuso in un brodo di carota, sedano e finocchio, perfetto col tortino di cioccolato dal cuore fondente. Se invece al di là di tutto la scelta è quella di seguire l’esempio dei Paesi del Nord, dove a turno chi guida per quella sera non beve, nelle Langhe e Roero viene premiato. Dalla prossima metà di marzo a fine maggio, molti ristoranti aderiranno all’iniziativa “Tu bevi io vinco”: il maggiorenne che in un gruppo di almeno quattro persone non consuma alcolici per stare al volante, riceve in omaggio una bottiglia di vino (l’elenco è su www.langheroero.it - tel. 0173 226661), che potrà stappare tranquillamente a casa. O farsi avvolgere dagli aromi di Lambrusco, Moscato Bianco, Chianti, Barolo, Brunello, Pinot Nero o Fragolino, trasformati in profumatori d’ambiente. La linea si chiama “Ut Olet Vinum!” ed è firmata da Sergio Scaglietti, car designer della Ferrari, nonno dell’ideatore di queste essenze. Ombre di vino, riflessi aromatici, che evocano silhouette di grandi automobili. Quanto di più lontano dalla guida pericolosa. (www.scagliettisergio.it).

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