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L'espresso

… Maremma che vino! … I prodotti del territorio vogliono farsi conoscere nel mondo. Dall’enologia alla gastronomia. Ecco come sono morbidi tannini e profumi fruttati i passepartout della Maremma che vuole uscire dal guscio e aprirsi al mondo, per diventare - come dice il presidente della Camera di Commercio, Gianni Lamioni, ‘più conosciuta e ambita dell’Andalusia». La scommessa è lanciata: l’ente camerale parte dai prodotti tipici, subito il vino, dall’anno prossimo anche il “food”, per far conoscere un’altra Maremma nel mondo: non solo il mare di Castiglione della Pescaia e dell’Argentario, gli etruschi di Roselle e Vetulonia o il duomo di Massa Marittima, ma un intero territorio da scoprire per gli angoli suggestivi e l’enogastronomia. “Maremmawineshire”, che il 21 e 22 novembre sarà a Milano al centro La Pelota, ha debuttato negli spazi di Grossetofiere Prendi nota nel maggio scorso. E la fiera del vino maremmano, quasi 200 aziende espositrici e 10 mila visitatori in tre giorni, un centinaio di buyers e giornalisti arrivati da tutto il mondo, è stata un successo aldilà delle più ottimistiche previsioni. ‘Chi vuole investire nel vino», dice l’esperto Luca Maroni, consulente della Camera di Commercio per Maremmawineshire, ‘lo faccia in quello maremmano. Il rapporto qualità prezzo è, almeno per ora, il migliore d’Italia». Ora Maremmawineshire sbarca a Milano. E già portare 160 aziende dalla Maremma fino alla Lombardia, per un popolo che ha sempre trovato grandi difficoltà nel fare sistema, è una bella impresa. Ma il primo a crederci è il presidente Gianni Lamioni che, come madrina della manifestazione, ha voluto la regista Cinzia Th Torrini, in questi giorni sugli schermi Rai con “Terra ribelle”, fiction ambientata nella Maremma del XIX secolo. “Un tempo la Maremma era la terra delle tre “P””, dice Lamioni, ‘cioè pensione, prima nomina, punizione. Chi veniva qui era emarginato. L’ultimo caso di malaria in Maremma è del 1960, appena 5O anni fa. Adesso è una terra in poderosa crescita, che ha trasformato le tre “P” in prodotti, paesaggi, passione, che ha nell’enogastronomia la prima voce della propria economia. La considero la terra più bella del mondo. E il vino può aiutarci a farla scoprire a tutto tondo, al di là dei luoghi da cartolina che tutti conoscono.. Maremmawineshire rappresenta dunque un’occasione per esplorare una terra che negli ultimi vent’anni ha regalato vini di assoluta eccellenza e che vanta una Docg (Morellino di Scansano), sette Doc (Ansonica Costa dell’Argentario, Bianco di Pitigliano, Capalbio, Montecucco, Monteregio di Massa Marittima, Parrina, Sovana ), e due Igt (Maremma Toscana e Toscano o Toscana). Milano è la seconda tappa della nostra scommessa., prosegue Lamioni, ma già abbiamo in progetto a maggio il “Maremmafoodshire” aperto anche a formaggi, salumi, miele, olio, tutto il meglio di una produzione di altissima qualità. Poi, nell’autunno del 2011, andremo all’estero. La Maremma offre di tutto, grazie a una bio-diversità che non ha eguali e ad un rapporto fra territorio e cementificazione che è il più basso d’Italia. In 4500 chilometri quadrati di territorio, un quinto della Toscana, vivono appena 220 mila persone: questa è la nostra ricchezza.. Il prologo di Maremmawineshire sarà martedì 16 a Palazzo Giureconsulti, con un’esclusiva cena di presentazione organizzata in collaborazione con Confesercenti Grosseto. E in tutta la settimana verranno organizzati anche selezionati tasting nelle più prestigiose e storiche enoteche milanesi, frequentate da enofili e appassionati, a base di vini e prodotti enogastronomici maremmani. “Vogliamo dare la sveglia alla Maremma con questa iniziativa. Abbiamo un patrimonio solo t in piccola parte sfruttato. Dobbiamo solo farlo 3 conoscere”.

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