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L'espresso

La bottiglia ... Che Cannonau!... Bisognerebbe battersi contro i luoghi comuni, che imperversano ovunque, ma nei mondo del vino ancora di più: non è vero che la nostra è sempre la “terra del sole”. Alcune aree vitate della pedemontana veneta sono più fredde di Londra e a Manchester piove meno che in buona parte della collina friulana. Un altro equivoco che fa danni è legato ai vini rossi del nostro Mediterraneo, considerati generosi ma faticosi da bere. Non è così. Un esempio. C’è un luogo, in Sardegna dove l’uva cannonau, a lungo considerata cugina povera della grenache francese (con la quale, in realtà, ha pochi punti in comune), si trasforma in un rosso potente ma vivido (lo è anche il Barolo, prodotto in Piemonte), che lascia il segno. È la campagna di Mamoiada, nella Barbagia Ollolai, in provincia dl Nuoro: un elevato altopiano di graniti rosa e di fitti boschi di querce dove tutto sembra deserto da qualunque vita, se non vegetale; dove tutto è macchia e vecchie vigne ad alberello. L’interprete che più ne valorizza il talento si chiama Francesco Sedilesu. I suoi Cannonau di Sardegna, in particolare il S’annada e il Mamuthone della vendemmia 2008, sono rossi tosti ma snelli, portati per la tavola.

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