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L'espresso

Se la vite non fa sesso ... Agricoltura. Qualità del vino... Annuncia su “Pnas” il genetist della Cornell University Sean Myles che da quando è stata domesticata la vite ha fatto pochissimo sesso, perché il più delle volte è stata riprodotta identica a se stessa tagliandone un frammento e ripiantandolo, per salvaguardare le caratteristiche dei vini senza rischiare il rimescolamento di geni e caratteri nella lotteria degli accoppiamenti. Analizzando un migliaio di vitigni, Myles ha scoperto che i tre quarti di essi sono strettamente imparentati, se non identici. “Pochi incroci iniziali devono aver prodotto le varietà pregiate, poi tramandate immutate nei secoli”, spiega. Otto millenni d’astinenza minerebbero la tempra di chiunque, e la vite non fa eccezione. Il rimescolamento garantisce un corredo genetico variegato grazie al quale, di fronte a una minaccia come un nuovo parassita c’è sempre qualche individuo più resistente. In assenza di tutto ciò, sostiene Myles, coltivare la vite richiede sempre più pesticidi, una situazione che non potrà durare a lungo.

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