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L’identikit degli enoappassionati: Winenews traccia i sette profili psicologici di chi acquista e beve vino. Dal Principiante all’Illuminato, passando per il Salutista e il Modaiolo, mappa ragionata dei consumatori di vino
di Eleonora Ciolfi

Ecco l’identikit dei consumatori di vino in Italia: a tracciarlo è Winenews, il sito più cliccato dagli eno-appassionati del web, che individua i sette profili psicologici di chi acquista e beve vino nel nostro Paese. In un momento in cui tutti sembrano parlare e intendersi di vino, ecco una mappa ragionata per districarsi nel complesso mondo di consumatori della bevanda nazionale, che possa fare chiarezza nell'affollato "partito" dei sostenitori di Bacco. Quali vini bevono e perché, da chi si fanno guidare e consigliare, dove preferiscono acquistare le bottiglie: ecco sette ritratti di consumatori-tipo, tra il serio e il faceto.
L’Illuminato: al vertice della classifica, colui che dopo un lungo percorso di iniziazione, dopo essersi affidato alle guide, dopo anni di frequentazione del mondo del vino, è riuscito a formarsi un gusto autonomo e, forte del suo disincanto, vola ormai alto al di sopra delle sentenze degli esperti. Di età non più giovanissima, la sua esperienza in fatto di annate spazia sui grandi vini italiani e francesi, ma va anche oltre. Sceglie e beve solo le etichette che gli piacciono, al di là delle mode o dei punteggi. Ama acquistare le bottiglie direttamente dai produttori, che ormai conosce quasi tutti personalmente, in frequenti viaggi in cui percorre palmo a palmo le cantine di un territorio. Conserva le grandi annate almeno per dieci anni prima di berle, perché altrimenti commetterebbe un “infanticidio”, per certe aspetterà persino 30 anni e oltre, dimenticandosi però di non essere immortale.
Il Professorino: Conosce a memoria le votazioni delle guide più importanti del settore, enumerando con sicurezza bicchieri e grappoli assegnati dai critici anno dopo anno. E’ abbonato a magazine patinati e blasonati (dal Gambero Rosso al Wine Spectator) che sfoglia con lo stesso godimento che altri riserverebbero a riviste pornografiche. Va in estasi soltanto alla vista di etichette e produttori famosi, si riempie la bocca di nomi altisonanti, ma adora interpretare anche il ruolo di scopritore di nuovi e piccoli tesori enologici, che si degna di raccomandare ad amici meno esperti. Frequenta i blog dedicati al vino, invischiandosi in discussioni tecnicissime quanto inutili. Compra il vino in enoteche di comprovata fiducia, alle aste o direttamente dal produttore, dal quale arriva dopo essersi lungamente documentato, tanto da saperne quasi più lui di chi le bottiglie le produce. Conserva il vino nella sua cantina super-organizzata e gestita da un complesso sistema di archiviazione elettronico degno della Nasa, ricavata nei casi più fortunati in ambienti del proprio appartamento o spesso allestita in locali in affitto (dalle salatissime parcelle), o ancora costituita da immensi armadi frigoriferi che hanno invaso il garage e, nei casi più gravi il salotto, facendogli rischiare il divorzio. Accresce la sua cultura con libri, corsi di alto livello, degustazioni esclusive, per le quali spende molto, ma le vere cifre folli sono riservate all’acquisto di grandi bottiglie, che divide con pochi e fidati amici, tutti pazzi del vino come lui, in degustazioni “carbonare”.
Il Principiante: Si è avvicinato da poco al mondo del vino, e si muove con il fare circospetto di chi vorrebbe far parte di un club esclusivo, ma non sa bene da dove cominciare. Intanto frequenta un corso di degustazione, e cerca di capire su quali etichette investire per costruirsi una piccola cantina. Si finge esperto con chi ne sa meno di lui (dà il meglio al ristorante, quando è incaricato dagli amici di scegliere dalla carta dei vini), ma ammutolisce di fronte ai più introdotti sull’argomento. Le sue letture? Tutta la pletora di riviste e rivistine che sull’onda del crescente interesse per l’enologia sono spuntate come funghi negli ultimi anni, infarcite di banalità e destinate appunto ad una platea di principianti. Compra le bottiglie nei supermercati più forniti e inizia con timore a frequentare le enoteche.
Il Modaiolo: Se tutti dicono che il vino è trendy bisogna darsi da fare per diventare un esperto. Questo il motto del consumatore di vino modaiolo, che ama essere sempre sulla cresta dell’onda. Se è un uomo si butta sul vino per guadagnare fascino e fare nuove conquiste femminili, se è una donna per darsi un’allure da fine intenditrice, distinguendosi da quelle che parlano solo di stilisti e gossip. Esperto nel vendere al meglio una cultura assolutamente superficiale sull’argomento, sparando poche ma esplosive nozioni, l’eno-appassionato trendy si butta sui gadget ad effetto (dai bicchieri professionali di misura extra-large al decanter di cristallo, passando per il cavatappi di ultima generazione), allo scopo di impressionare amici e conoscenti. Investe un patrimonio per bottiglie griffate e osannate dalle guide, che normalmente stappa con disinvoltura per accompagnare cibi altrettanto cool durante cene raffinate. Quando domani il vino passerà di moda, regalerà tutto l’armamentario enologico e si concentrerà senza rimpianti sul nuovo trend.
Il Salutista: Segue un regime vegetariano, macrobiotico o è semplicemente fissato sull’alimentazione sana. Ovviamente non fuma e non beve superalcolici, ma non disdegna un buon bicchiere di vino, una scelta di vita supportata dalle recenti ricerche scientifiche che ne raccomandano un consumo moderato e regolare quale ottimo fattore preventivo per numerose patologie. Sceglie esclusivamente vini biologici o biodinamici, della cui origine è assolutamente certo, e rifugge dalle griffe più note per orientarsi su produzioni decisamente di nicchia. Meno interessato al gusto che alle virtù nutrizionali, è disposto a chiudere un occhio su un vino non proprio tecnicamente perfetto in favore della sua certificazione. E poi, diciamolo chiaramente, per accompagnare verdure al vapore, riso integrale e pesce insipido un vino top sarebbe un tantino sprecato.
Il Consumatore consapevole: Compra le bottiglie al supermercato, si affida al marchio conosciuto, senza ovviamente spendere un capitale. Compra il vino come compra la pasta o i biscotti, cercando un buon rapporto qualità/prezzo. Un target composto da massaie, giovani single, padri di famiglia che fanno la spesa al sabato e cercano uno sfizio da stappare senza spendere troppo, per curiosità. Saranno proprio loro i primi a provare i nuovi vini australiani, cileni e californiani in arrivo sui nostri scaffali, curiosità enologiche che fanno viaggiare la fantasia per soli 5 euro alla bottiglia. Quando ha a che fare con una rara bottiglia di un’annata più vecchia, preferisce berla subito, forte del suo approccio semplice ma pragmatico: “Meglio un mese prima che tre anni dopo”.
Il Consumatore indifferente: Ecco chi il vino l’ha sempre bevuto, ben prima che andasse così tanto di moda, e continua a berlo indifferente a quello che gli succede intorno. Lo beve a pranzo e cena, regolarmente, e in discrete quantità. Per lui (o lei) il vino è solo di due tipi, rosso e bianco, e lo acquista di solito al supermercato, in bottiglioni o in tetrapak. Oppure, quando capita, si rivolge ad un piccolo produttore di fiducia (o nei sempre più numerosi esercizi che vendono vino sfuso) per comprare un’intera damigiana, da imbottigliare a casa la domenica pomeriggio. Peraltro, una tendenza di voga negli anni ‘60 e oggi in forte ripresa Attenzione: se è vero che in questa categoria rientrano soprattutto persone di ceto medio-basso, negli ultimi tempi si è creato anche tra alte sfere (giornalisti, esperti, uomini di cultura) un movimento di pensiero che predica il ritorno alla semplicità e il rifiuto della mitizzazione del vino, sintetizzato nella simbolica nascita del Club del Tavernello. Che stia nascendo un nuovo tipo di consumatore?

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