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“L’immagine è di quelle che colpiscono, ma è fuorviante. Associazione tra alcol e cancro è nota, ma è correlata a quantità ed all’uso. No al terrore”. Così l’Osservatorio Permanente Giovani e Alcol su campagna shock, ieri, della Società di Alcologia

“L’immagine è di quelle che colpiscono”. Così l’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcol commenta la campagna, lanciata ieri a Genova e ripresa dagli organi d’informazione italiani, nel Congresso della Società Italiana di Alcologia e destinato alla comunicazione di medici e pazienti in strutture ospedaliere, centri di alcologia, Asl, ambulatori. Un bicchiere mezzo pieno, che lascia intravedere in trasparenza una struttura informe, annegata nel liquido. Il claim ricorda che Le bevande alcoliche sono cancerogene per l’uomo. “Ma poi se guardiamo bene la foto ci rendiamo conto - con orrore - che la massa informe annegata nell’alcol è un tumore”.
“La concomitanza tra alcol e cancro è nota. Essa è, però, correlata alla quantità ingerita - dice l’osservatorio, www.alcol.net - all’uso combinato di altre sostanze, allo stile alimentare e allo stile di vita. Il commento riportato sotto la fotografia dice: “Più bevi, più aumenti il rischio di aumentare il cancro, anche a partire da un solo bicchiere”. Si tratta di un’affermazione fuorviante che rischia di vanificare e annullare gli sforzi di molti medici ed operatori sanitari impegnati in un lavoro quotidiano di riduzione del danno e di informazione mirata sui danni alcol-correlati”.
“La strategia di comunicazione scelta rinvia agli antiquati protocolli della comunicazione choc in materia di salute, un approccio da decenni screditato e abbandonato nelle scelte più accorte di salute pubblica. Una società che sceglie di parlare del cancro in questo modo dischiude scenari inquietanti che rischiano di fare regredire la battaglia contro l’abuso di bevande alcoliche”.

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