Non solo California: l’ombra lunga della tecnologia applicata alla vitivinicoltura, che sta diventando sempre più comune tra i vigneti della Napa Valley e non solo, si sta facendo sempre più concreta anche nel Belpaese, anche tramite l’ingegno e la scommessa imprenditoriale di società ad hoc. Come la start-up Cyberfed (www.cyberfed.eu), insediata nel Polo tecnologico di Rovereto, che ha creato un vero e proprio ecosistema digitale di supporto all’agricoltura di precisione, consentendo il controllo a distanza di ettari di vigneti e meleti tramite droni teleguidati e fotocamere multispettro - ma anche nuove tecniche per il monitoraggio ambientale e per i rilievi georeferenziati per Protezione Civile, forestali e geologi.
L’idea è di Gian Pietro Fedrigoni, ingegnere aereonautico di Verona, formatosi al Politecnico di Torino. “I sensori della telecamera multispettrale misureranno le radiazioni emesse dai cloroplasti delle piante, quelle del campo Nir, molto vicine all’infrarosso”, spiega Fedrigoni: “poi, rielaborando i fotogrammi, sarà possibile fare una mappatura dell’indice di vigore delle piante”.
Gli agronomi potranno così avere il quadro completo della maturazione dei prodotti coltivati: sapere se irrigare di più o di meno, quando occorrono dei trattamenti, se è tempo di raccogliere e così via. “Il vantaggio - prosegue Fedrigoni - è che si impiega pochissimo tempo a verificare lo stato di un appezzamento: un drone di questo tipo percorre un ettaro in tre minuti. Significa che in Trentino chi coltiva uva o mele potrà evitare di faticare controllando tutte le piante e dedicarsi ad altro. Basterà che la sera, collegato in telemetria, vale a dire da un tablet o da un computer, l’agronomo programmi il viaggio del drone per il giorno seguente”.
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