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L’Orvieto: da una storia antica e prestigiosa che lo consacrò come “Vino dei Papi” alla moderna viticoltura di precisione per guardare al proprio futuro: se ne parla il 5 novembre, a Orvieto, con Cotarella, Scienza, Masnaghetti, Valentini, Mencarelli

Italia
Orvieto, da una storia antica e prestigiosa che lo consacrò come “Vino dei Papi” alla moderna viticoltura di precisione

Da una storia antica e prestigiosa che lo consacrò come “Vino dei Papi”, ai sensori in vigna, alla tecnologia e alla viticoltura di precisione per il suo rilancio di oggi ed il futuro di domani: ecco la doppia anima storica e moderna dell’Orvieto, una delle più importanti produzioni vitivinicole dell’Umbria, che oggi fa i conti con una viticultura va sempre più in stretta sintonia con il mondo digitale per perseguire già in vigna l’eccellenza della qualità della produzione. Nuove frontiere che stanno già delineando in vigna e in cantina mutamenti consistenti, e la cui conoscenza costituisce quel “quid” aggiuntivo per meglio affrontare la competizione qualitativa dell’impresa vitivinicola, sempre più agguerrita. Ne discuteranno ad Orvieto, Alessandro Masnaghetti, autore della “Mappa del Territorio dell’Orvieto Doc”; il professor Riccardo Valentini, docente e ricercatore di Ecologia, il professor Attilio Scienza, docente, ricercatore e autorità in materia di viticoltura a livello internazionale, il professor Fabio Mencarelli, e da Riccardo Cotarella, coordinatore del Comitato Scientifico “Orvieto diVino”, il 5 novembre, nel convegno “Una Viticoltura di precisione per il rilancio di Orvieto”, nello storico Palazzo Capitano del Popolo. Che è una delle iniziative del Comitato Scientifico di “Orvieto diVino”, nell’ambito della serie di iniziative promosse dal Consorzio Vino Orvieto e dal Comune di Orvieto per riaffermare la storica centralità della produzione enoica orvietana.
“Il traguardo della viticoltura di precisione è quello di conoscere lo stato, la salute, il vigore e le necessità fisiologiche delle viti appartenenti a differenti zone del vigneto, mediante precise coordinate geografiche - spiega Riccardo Cotarella, coordinatore del Comitato Scientifico “Orvieto diVino”, presidente di Assoenologi e ai vertici dell’Unione Mondiale degli Enologi - ossia la georeferenziazione, per meglio adeguare in maniera puntuale e mirata rispetto alle esigenze le tecniche colturali e di intervento, in modo che siano gli strumenti informatici ad aiutare a gestire in maniera ampiamente automatizzata un enorme numero di piante. Insomma ad ogni pianta è possibile dare il sostegno e la coltura e fare gli interventi mirati alle singole esigenze e a quelle del terreno su cui la vite si sviluppa, senza sprechi e senza ridondanze, sempre comunque pericolose”.

In sostanza, la viticoltura di precisione consente la gestione informatizzata del più alto numero di informazioni possibili riguardanti non tanto un appezzamento quanto di sue porzioni, che possono essere anche molto piccole, a seconda delle necessità che ci si è proposti di indagare, sino a giungere alla singola vite.
“Si tratta di interventi che vengono apprezzati nella viticoltura, soprattutto quella collinare - prosegue Cotarella - in quanto di frequente all’interno del medesimo vigneto si ritrovino aree contraddistinte da differenti composizione e struttura del terreno, dalla presenza di umidità, da diversa illuminazione e microclima. A queste diversità la coltura di precisione risponde mettendo in evidenza differenti stati di espressione fisiologica. Una precisione che può consentire scelte vendemmiali in un vigneto oppure in un grande comprensorio, come per esempio per i soci di una cantina sociale ove la programmazione della vendemmia è sempre un annoso problema di difficile soluzione”.

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