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BENVENUTO BRUNELLO 2019

La 2014 “piccola” annata, Riserva 2013 di ottimo livello: il Brunello di Montalcino nel calice

I migliori assaggi di WineNews del vino principe di un territorio che muove un giro d’affari di 160 milioni di euro

Con un giro d’affari “vinicolo” di 160 milioni, che nasce dai 3.500 ettari vitati, di cui 2.100 a Brunello di Montalcino (i cui valori, da stime WineNews, si aggirano sui 750.000 euro ad ettaro, con punte di 900.000 per i vigneti migliori), ed un export che copre il 70% della produzione e del giro d’affari, il più prezioso dei vini di Toscana e d’Italia (con un valore dello sfuso stabilmente sopra i 1.200 euro ad ettolitro), ha visto debuttare oggi, a Benvenuto Brunello 2019, l’annata 2014 e la Riserva 2013.
Un’annata “piccola”, la 2014, come direbbero in francesi, in alcuni casi forse “piccolissima”, a conferma che anche a Montalcino l’impatto della qualità dell’annata, nonostante i ringiovanimenti e l’affinamento prolungato in cantina, pesa in modo significativo. La 2014 ha il sapore delle vendemmie di fine anni ’70 e dei primi anni ’80, quando i grappoli arrivavano in cantina nell’ultima decade di ottobre. Elevate acidità delle uve e maturazione lenta, quando raggiunta, ha consegnato dopo cinque anni di legno vini dai profumi in generale di buona nettezza e fragranza, ma progressione gustativi di breve respiro, penalizzate da tannini è molti casi troppo scontrosi.
Buone sensazioni negli aromi del Brunello di Montalcino 2014 di Baricci, dal tratto gustativo deciso e nervoso. Sobriamente moderno e ben fatto il Brunello di Montalcino 2014 di Caparzo, mentre è affumicato e floreale il naso del Brunello di Montalcino 2014 di Cava d’Onice, reattivo e intrigante in bocca. Uno dei migliori il Brunello di Montalcino 2014 di Corte dei Venti dal naso di fiori e frutti e dal gusto grintoso e sapido. Tratto stilistico personale non privo di durezze nel Brunello di Montalcino 2014 di Fattoi, dai profumi di pietra focaia e dallo sviluppo incisivo e continuo. Elegante e ben declinato il Brunello di Montalcino 2014 di Gianni Brunelli - Le Chiuse di Sotto, mentre possiede stile moderno ben eseguito il Brunello di Montalcino 2014 di Greppone Mazzi (Ruffino). Delizioso, ma non è la prima volta, il Brunello di Montalcino 2014 di Pietroso, mentre svetta decisamente su tutti il Brunello di Montalcino 2014 de Il Marroneto dai tannini finissimi e dai profumi fragranti e decisi. Piacevole al naso e goloso in bocca il Brunello di Montalcino 2014 di Palazzo, molto sottile ma sapido e grintoso al gusto il Brunello di Montalcino 2014 di Poggio di Sotto. Decisamente con il passo del grande vino il Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino 2013 di Mastrojanni, Brunello da vigna singola a uscita posticipata.
Tra chi ha rinunciato alla produzione del Brunello, visto la criticità dell’annata, spicca il bellissimo Rosso di Montalcino 2016 de Le Ragnaie, dai tratti aromatici eleganti e dalla progressione gustativa succosa e ritmata. Altrettanto interessante il Rosso di Montalcino 2017 di Salvioni, dal frutto rigoglioso e dal sorso polposo e intenso.
Altro passo per le Riserva 2013, che confermano le ottime sensazioni dell’annata, già sperimentate al Benvenuto Brunello della passata edizione. Intrigante il Brunello Phenomena Riserva 2013 di Sesti dai tratti aromatici fini ed e incisivi e dallo sviluppo gustativo pieno e articolato. Molto buono Il Brunello Due Lecci Est Riserva 2013 della Tenuta di Sesta solare nei profumi quanto fragrante nel gusto. All’insegna della tradizione più intima del territorio il Brunello di Montalcino Vigna Soccorso Riserva 2013 di Tiezzi, mentre il Brunello Spuntali Riserva 2013 di Val Di Suga (Bertani Domains) ritrova incisività e coerenza territoriale, nel passato un po’ persi. Ben riuscito il Brunello di Montalcino Pianrosso Riserva 2013 di Ciacci Piccolomini d’Aragona che svela naso tra il fruttato e il floreale e bocca intensa e succosa. Grande materia ben declinata per il Brunello di Montalcino Ugolaia Riserva 2013 di Lisini, pieno e continuo al palato e molto fruttato al naso.
Questo, dunque, il quadro che emerge dalla prova del calice, per un vino, il Brunello di Montalcino, che si conferma tra i più prestigiosi anche nella percezione del consumatore.
Secondo un’indagine di Nomisma, infatti, il 35% dei consumatori lo associa al concetto di “ottima qualità”, il 25% a quello di “lusso”, il 21% a quello di “tradizione e classicità”. Un vino da occasione, il Brunello, che la maggior parte dei consumatori (44%) tra i 18 ed i 65 anni beve 2-3 volte al mese, o ancor più raramente (anche se c’è un 34,7% che nell’ultimo anno non ne ha bevuto affatto).

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