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La “Biblioteca vivente della vite”, ossia le 7.500 varietà di uva conservate a Domaine de Vassal, sono pronte a traslocare: minacciata dal riscaldamento globale, la collezione ampleografica più importante del mondo nel 2018 si trasferirà a Pech Rouge

Quando, nel 1876, la fillossera minacciava i vigneti europei, l’allora Scuola di Agricoltura di Montpellier decise di salvare la migliaia di varietà esistenti di vite da vino, creando una collezione ampleografica unica, che, per motivi di spazio e di stato sanitario del terreno, tra il 1949 ed il 1950 fu spostata dal professor Jean Branas al Domaine de Vassal, una striscia di terra sabbiosa nella costa Sud del Paese, tra Agde e Sète, immune agli attacchi della Fillossera. Da allora, ogni anno sono state aggiunte alla raccolta 80 varietà, per un patrimonio che oggi ne conta ben 7.500 da 54 Paesi diversi, minacciate questa volta da un nemico nuovo: il riscaldamento globale.

Il Domaine de Vassal infatti, si trova ad un solo metro sul livello del mare, ed il rischio è quello che la “Biblioteca vivente della vite”, com’è chiamata comunemente dagli appassionati, nel giro di qualche anno finisca letteralmente sott’acqua. E allora, il trasloco paventato già nel 2013 (come abbiamo raccontato qui, http://goo.gl/8QJ7Ri), è pronto a diventare realtà: a dare la luce verde l’Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica (Inra), che trasferirà l’intero patrimonio ampleografico su 163 ettari di terreno a Pech Rouge, una scogliera gessosa vicino Gruissan. L’area sarà pronta nel 2017, e dall’anno successivo inizieranno le delicatissime (specie per le viti più antiche, ndr) operazioni di espianto e reimpianto, che costeranno 3 milioni di euro e necessiteranno di cinque anni di lavoro. Il nuovo sito, però, non sarà solo una “biblioteca”, ma anche un campo di ricerca per trovare, nelle vecchie viti, la risposta alle minacce del riscaldamento globale.

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