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La costa toscana, il prestigio dei vini di Bolgheri ed una delle tenute più belle di Toscana, 75 ettari di vigne a perdita d’occhio verso il mare: la maggioranza di Tenuta Argentiera acquistata da giovane imprenditore austriaco (rumors WineNews)

L’autenticità della costa toscana, il prestigio dei vini di Bolgheri ed il fascino di una delle tenute più belle della Toscana, con i suoi 75 ettari di vigneti (su 500 totali) che corrono a perdita d’occhio verso il mare, da cui li divide solo una trama di macchia mediterranea, pini marittimi secolari e ulivi: ecco Tenuta Argentiera, che ha fatto innamorare, anche con la qualità dei suoi vini, un giovane imprenditore austriaco che, da rumors WineNews, avrebbe acquistato la maggioranza della proprietà, dei fratelli Corrado e Marcello Fratini (Gruppo Fingen), lasciando in azienda tutto l’attuale management, compreso Federico Zileri, managing director della tenuta, che ha contribuito ad affermare in maniera decisiva (e presidente della Doc Bolgheri, dove un ettaro è quotato tra i 350.000 ed i 500.000 euro).
Tenuta Argentiera (www.argentiera.eu) che, parte dell’antica Tenuta di Donoratico appartenuta alla famiglia fiorentina dei Serristori, deve il suo nome alle miniere d’argento che si trovavano nell’altopiano della tenuta in epoca Etrusca. E che oggi è la realtà più vicina al mare di tutta la denominazione, e anche quella che raggiunge la massima altitudine dei vigneti, tutti a Doc Bolgheri e Igt Toscana, dove, a seconda della composizione dei terreni, sono coltivate le varietà che hanno fatto grande il territorio: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah. E da quelli più vocati in assoluto nascono anche i tre cru monovarietali dell’azienda, tra i pochissimi vini monovitigno prodotti in una denominazione che ha fatto del blend il suo tratto distintivo: i Bolgheri Superiore Giorgio Bartholomäus (100% Merlot), Opheliah Maria (100% Cabernet Sauvignon) e Lavinia Maria (100% Cabernet Franc), i cui nomi sono dedicati agli ultimi nati della famiglia Fratini, tutti realizzati con uve raccolte da un unico vigneto dell’Argentiera. Che, da oggi, dunque, parla anche austriaco.

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