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“LA CRISI DELLE API E DELL’APICOLTURA E’ GRAVE, NON A CASO, NEI PAESI DOVE IL MODELLO AGROCHIMICO INDUSTRIALE RISULTA PIU’ DIFFUSO”: LO SOTTOLINEA FRANCESCO PANELLA, PRESIDENTE UNAAPI (UNIONE DEGLI APICOLTORI ITALIANI)

I fattori che minacciano le api sono tanti, e tra questi, vi sono anche i fenomeni climatici estremi e il riscaldamento globale, ma, secondo Francesco Panella, presidente Unaapi (Unione degli apicoltori italiani), “la crisi delle api e dell’apicoltura si evidenzia in tutta la sua gravità nei paesi dove più ha preso piede il modello agrochimico industriale, come Usa, Canada, Argentina, Francia, Italia e Germania, con tutto il corollario di Ogm, diserbo sistematico e pesticidi. I nuovi insetticidi neonicotinoidi contaminano in modo permanente e stabile l’ambiente e comportano danni letali a tutti gli insetti sia immediati e sia soprattutto subdoli e cronici, tali da indebolirne le difese immunitarie e il comportamento”. In un periodo di crisi globale “i venditori di chimica per l’agricoltura Basf, Bayer, Syngenta - sottolinea Panella - sono gli unici gruppi industriali che vedono incrementare i loro businnes e relativi utili con cifre a due zeri, che gli permettono di finanziare, senza risparmiarsi, inchieste e ricerche ad hoc”.

Il ritorno delle api nella pianura Padana è la testimonianza diretta che la sospensione dei neonicotinoidi, che non possono essere più utilizzati, quantomeno sul mais, in Italia da settembre 2008, ha portato subito eccellenti risultati. “Da quanto constatano gli apicoltori del nord Italia - prosegue Panella - la sospensione dell’uso di conce del mais (un campo su 7 è seminato a mais in Italia) con neonicotinoidi si è subito tradotta in alveari straboccanti d’api come non si vedevano da anni. Questo è testimoniato non da interessate “indagini demoscopiche”, ma da tutti gli apicoltori, dalle loro associazioni, e confermato dalla pressoché inesistenza di denunce di avvelenamento delle api nella primavera 2009 nelle regioni a mais del nord Italia”.

“Un ulteriore prova dell'infondatezza delle spiegazioni di comodo dei venditori di agrochimica - conclude Panella - è peraltro ben dimostrata da studi scientifici inconfutabili come la recente approfondita indagine del Centro di Ricerche sulla Cognizione Animale dell’Università di Tolosa che accerta come infinitesimali quantità, con dosaggio “non letale” per le api, di molecole chimiche neonicotinoidi inducono, invece, nelle api gravissime turbe comportamentali, in particolare sull’olfatto, che è parte essenziale del rapporto fra le api e di queste con i fiori”.

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