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LA DIETA MEDITERRANEA SI CONFERMA ELISIR DI LUNGA VITA, MA IN ITALIA IL 30% DEI BAMBINI E’ OBESO O SOVRAPPESO

L'elisir di lunga vita ha ancora come ingredienti l'olio, la pasta, i pomodori e i broccoli, ma gli italiani sembrano aver dimenticato i vantaggi della dieta mediterranea. A dirlo, oggi, non sono i cultori della saggezza popolare ma un nutrito gruppo di scienziati, chiamati a raccolta da Cnr, Inran, Ministero Salute e Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per verificare, in un convegno tenutosi a Roma, la validità del modello alimentare della dieta mediterranea.
"L'Italia - ha sottolineato il ricercatore dell'Inran Ferdinando Romano - è il più importante Paese produttore degli ingredienti-base della dieta mediterranea ma la popolazione è in sovrappeso e i costi sociali dell'obesità sono stimati pari allo 0,25%-0,30% del Pil nazionale. Ancora non si è raggiunto il livello di spesa degli Stati Uniti, dove l'obesità assorbe l'1,7% del Pil Usa e il 12% della spesa sociale, ma anche in Italia è allarme costi.
Cosa non ha funzionato nella dieta che oggi compie 50 anni? Il problema nasce nel fatto che, nella percezione comune, la dieta mediterranea richiede acquisti di verdura e frutta freschi e tempi di cottura che sembrano incompatibili con i frenetici ritmi di vita moderni e con le mode alimentari provenienti da Paesi di cultura anglosassoni, spesso rilanciate da potenti multinazionali dell'industria alimentare".
"Il mondo della scienza e della ricerca - ha evidenziato il presidente dell'area di ricerca alimentare del Cnr Fabio Pistella - viene in soccorso della tradizione alimentare e con le continue individuazioni di preziosi principi attivi antiossidanti, ad esempio nel pomodoro, arance e vino, non fa che promuovere a pieni voti l'alimentazione ricca di fibre e ortofrutta, tipica della tradizione mediterranea, e sconsigliare prodotti modaioli e alcune merendine, con eccessivi apporti di grassi lattiero-caseari".
"Il problema obesità - ha aggiunto Enrico Garaci dell'Istituto Superiore Sanità Iss - riguarda tre bambini italiani su dieci, mentre il 20% dei minori è in sovrappeso, con elevati livelli di colesterolo. Contro l'allarme obesità nell'infanzia occorre, quindi, mandare un segnale chiaro e di lungo periodo. Per far questo - ha ribadito Garaci - occorre uno sforzo comune tra mondo della scienza e imprese per trovare logiche comuni d' intervento. Lo scontro tra nutrizionisti e industria alimentare non paga e crea alti costi sociali. Il rilancio economico può invece venire proprio dalla riscoperta della dieta mediterranea, con interessanti effetti di trascinamento della filiera agroalimentare e coerentemente della produzione biologica, della rete degli agriturismi, delle strutture dedicate alla difesa dell'ambiente e del suolo".
La riflessione sulla validità della dieta mediterranea per la salute pubblica si è conclusa con un omaggio del mondo della scienza nazionale allo scienziato americano Ancel Keys, scomparso all'età di 100 anni il 20 novembre scorso, dopo una vita dedicata a "convincere i bambini a chiedere ai genitori di mangiare come i popoli del Mediterraneo".

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