Condividere valori come la famiglia alla guida per l’impresa, l’ossessione per la qualità, l’attenzione alla sostenibilità e al territorio, e creare sinergie tra produttori sul fronte determinante della distribuzione: è con questa ottica che è nata, da tempo, la “Collezione Zingarelli”, progetto distributivo di Rocca della Macìe, tra le cantine più celebri del Chianti Classico, guidata da Sergio Zingarelli, che investe ancora in un percorso, quella della collaborazione tra produttori sui mercati, che sarà sempre più importante nello scenario post Covid, che secondo tutte le analisi sarà ancora più complesso e competitivo che in passato.
Con le singole cantine parte del progetto che possono beneficiare della rete distributiva di Rocca delle Macìe in Italia (con oltre 70 agenti) e all’estero, al tempo stesso ampliando il portfolio e quindi l’opportunità di aprire contatti commerciali per la maison di Castellina in Chianti e per le cantine partner. Un progetto, quello della Collezione Zingarelli, di cui fanno già parte realtà come Villa Vescovile in Trentino, Pietrapura in Puglia, Fratus in Franciacorta e Macchialupa in Campania, e a cui ora si aggiungono altre due cantine di pregio. Uno dei due nuovi partner è l’azienda Fantin Nodar, fondata negli anni 80 in una zona particolarmente vocata dei Colli Orientali del Friuli, una delle terre d’elezione per i vini bianchi d’Italia, e di proprietà della famiglia Ermacora, che da sempre fa della viticultura il proprio punto di forza. L’altra nuova collaborazione è con la famiglia Ascheri, con profonde radici nelle Langhe e nel Roero, che produce grandi vini piemontesi, dal Barolo alla Barbera, dal Gavi al Moscato d’Asti, fin dal 1880, ma fino ad oggi è stata più orientata all’export che al mercato nazionale.
“Le aziende che entrano a far parte della grande famiglia della “Collezione Zingarelli” - sottolinea Sergio Zingarelli -; devono avere specifiche caratteristiche di filosofia produttiva ed etica: una proprietà che faccia anch’essa capo ad una famiglia, una determinazione a cercare sempre il massimo della qualità possibile, il rispetto per l’ambiente, tecniche di produzione nel vigneto e in cantina non invasive, l’attenzione all’identità del territorio. La scelta di fare nuovi passi, di “rilanciare” anche in periodi difficili è nel Dna della nostra famiglia: tra i tanti, un gesto significativo lo fece mio padre, quando, alla gelata del 1985 che distrusse tutti i nostri oliveti, lui rispose con l’allestimento nel borgo della Riserva di Fizzano di un nuovo frantoio aziendale”.
“L’incontro tra le nostre due famiglie, Ermacora e Zingarelli, per me - dichiara Dario Ermacora - è un incontro sinergico, un modo attuale per sviluppare strategie commerciali in uno scenario sempre in evoluzione. L’unione delle proprie capacità e conoscenze per affrontare nuove e stimolanti sfide a livello mondiale”.
“Abbiamo iniziato a reimpostare il nostro mercato italiano - afferma Matteo Ascheri (che è anche il presidente del Consorzio di Barolo e Barbaresco, ndr) - solo da pochi anni proprio perché crediamo che la presenza nelle nostre città sia fondamentale per far crescere e sostenere i nostri brand. È un piacere instaurare collaborazioni tra famiglie e osservare la reazione degli operatori, senza fretta, ma con grande condivisione di passioni. Per noi la proprietà è nell’azienda e vogliamo dire qualcosa attraverso quello che quotidianamente facciamo”. Il volume del gruppo in distribuzione rappresenta, in annate normali, circa il 14% a livello globale e circa il 35% del mercato italiano, in termini di bottiglie movimentante. Ed è un business importante, visto che la distribuzione vale il 25% del volume d’affari, a livello Italia, di Rocca delle Macìe.
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