“Ci tengo a sottolineare l’importanza del lavoro che portate avanti: la spina dorsale dell’Italia da Nord a Sud è fatta di piccole e medie imprese spesso a conduzione familiare. Desidero fare i migliori auguri a tutti gli associati della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi)”. Parole del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, tra i tanti che hanno fatto gli auguri alla Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che a BolognaFiere, in Slow Wine Fair 2023 - e dove dal 2023 manderà in scena il suo evento principe, il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, il 25-27 novembre - ha celebrato i suoi primi 15 anni di attività. Da quel 2008 in cui, ha sottolineato Carlo Petrini, fondatore Slow Food, nacque la lungimirante intuizione dell’associazione di concentrare l’attenzione sul lavoro del vignaiolo, quindi del rapporto dell’uomo con la terra e con la vite. Perchè sono “passati già quindici anni dal 2008, anno in cui un gruppo di Vignaioli, orfani di rappresentanza ha avuto l’intuizione e il coraggio di dare vita ad un’associazione che permettesse a tutte le vignaiole e i vignaioli italiani di tutelare i propri interessi e valorizzare il proprio ruolo nel sistema economico e sociale. Coltiviamo la nostra indipendenza, oggi come quindici anni fa” ha detto Lorenzo Cesconi, presidente Fivi.
L’associazione, nata nel 2008 sotto la presidenza di Costantino Charrère (2008-2013), a cui sono seguiti Matilde Poggi (2013-2022) e Lorenzo Cesconi (dal 2022, attualmente presidente in carica), era nata con poche centinaia di piccole cantine, e, nei primi mesi 2023, ha superato quota 1.500, con una presenza ormai solida in tutti i territori italiani. Ma non è la crescita numerica il dato più interessante di quindici anni di Fivi, “quanto la capacità di accreditarsi nei tavoli di settore a tutti i livelli, nazionale e regionale - spiega una nota - grazie alla forza delle proprie idee ed a una visione che non ha mai fatto prevalere gli interessi corporativi su quelli generali, nella consapevolezza che un vignaiolo opera quotidianamente in una fitta rete di relazioni sociali, economiche e culturali che rafforzano il territorio in cui vive”. Come ha affermato Lorenzo Cesconi all’assemblea Fivi, nel novembre 2022, citando Charrère, con un’immagine forte e chiara: “siamo entrati nella stanza dei bottoni, e anche se forse non siamo ancora noi a premerli, abbiamo l’orgoglio di esserci entrati con responsabilità, coerenza e integrità”.
Sono 31 le delegazioni Fivi, articolazioni territoriali che facilitano il confronto tra i Vignaioli di uno stesso territorio e rafforzano l’interlocuzione tra l’Associazione e le amministrazioni locali; più di 300 i punti di affezione Fivi, ovvero wine-bar, ristoranti ed enoteche che più di altri hanno a cuore il lavoro dei Vignaioli e offrono agli appassionati una scelta molto ampia dei loro vini: gestiti da persone che, come i vignaioli, hanno fatto dei valori di territorialità, artigianalità, qualità e sostenibilità i pilastri della loro attività; ormai decine le collaborazioni e le partnership con Università, aziende, enti di ricerca che collaborano con Fivi nel progetto Fivi4Future, con la realizzazione di attività che contribuiscono a migliorare il lavoro dei soci Fivi in vigna e in cantina, alla loro formazione permanente e alla loro crescita culturale, tecnica ed economica, nonché a raggiungere gli obiettivi centrali della strategia Farm to Fork e del Green Deal Europeo, per una transizione della vitivinicoltura verso pratiche sempre più sostenibili. Due gli eventi nazionali Fivi: il Sabato del Vignaiolo, in calendario il 6 maggio, in tanti territori in tutta Italia, e il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, di scena, da questo anno, a BolognaFiere dal 25 al 27 novembre.
Tante le battaglie portate avanti in questi anni, con visioni che oggi come non mai sono raccolte anche dalla politica italiana, come ribadito ancora dal Ministro delle Politiche AGricole Lollobrigida, che ha detto: “tra le nostre priorità c’è anche la semplificazione degli adempimenti amministrativi, nel quadro di una complessiva ristrutturazione del sistema informativo agricolo nazionale”. E, sul tema dei vini dealcolati, le sue parole sono in linea con il pensiero dei Vignaioli Indipendenti: “occorre tutelare un prodotto che ha più di 3.000 anni di storia dal rischio che si faccia confusione in etichetta. Se vuoi fare un vino dealcolato, lo fai e lo chiami in un altro modo”, ha detto Lollobrigida.
Di grande interesse il messaggio inviato da Jean-Marie Fabre, presidente dei Vignerons Indépendants de France, organizzazione alla quale i fondatori di Fivi si sono ispirati: “voglio approfittare di questo momento per ringraziare tutti coloro che hanno creduto e lavorato con tenacia ed energia affinché il nostro movimento, prima in Francia, poi in Europa, potesse prendere forma e svilupparsi. Oggi è più che mai nostra responsabilità, insieme, far sentire la voce e le posizioni di questo modello di aziende familiari, di piccole imprese artigiane il cui ruolo nel settore è indiscutibile. Le nostre aziende sono formidabili polmoni dell’economia dell’Ue, dei nostri rispettivi Paesi, dei nostri territori dove il nostro valore aggiunto è centrale in termini di posti di lavoro, sviluppo, attrattiva turistica e naturalmente economia diretta e indiretta. Questo modello, che ricorre a un savoir faire tradizionale, i cui prodotti incarnano una cultura latina e mediterranea, è un modello di produzione che non può essere delocalizzato. Un savoir faire antico che è così contemporaneo da essere in linea con le aspettative della nostra società”.
Concetti ribaditi da Matilde Poggi, presidente Cevi - Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti: “in Cevi ritrovo questa forte identità del Vignaiolo indipendente, condivisa dai 12.000 vignaioli che ne fanno parte. Un’identità condivisa al di là delle nostre storie personali, filosofie produttive, tradizioni locali. Identità che mette radici e ci dà la forza nel dialogare con le istituzioni europee come portatori di interessi, non solo dei nostri membri, ma di tutti i vignaioli indipendenti europei. Il vino in Europa ora ha molte sfide da affrontare ma l’unità è la nostra forza e la nostra voce si fa sentire forte e chiara anche grazie al sostegno di Fivi, vera colonna portante di Cevi”.
La partecipazione di Giancarlo Gariglio, curatore della Guida Slow Wine e primo segretario Fivi, ha permesso di ritornare con la memoria a quel 2008 quando tutto cominciò anche grazie all’ispirazione di Vignerons d’Europe, la manifestazione organizzata nel 2027 da Slow Food a Montpellier. E non poteva mancare poi il saluto di Carlo Petrini, fondatore Slow Food, che, come detto, ha voluto sottolineare la lungimirante intuizione avuta quindici anni fa dall’associazione nel concentrare l’attenzione sul lavoro del vignaiolo, quindi del rapporto dell’uomo con la terra e con la vite: “in questo momento storico questo è ancora più importante, basti pensare alle sfide che il cambiamento climatico impone all’umanità. Il consiglio che vi do è quello di implementare all’interno della stessa Fivi una filosofia di comunità, i cui concetti fondamentali sono collaborazione e condivisione, perché il tempo della competizione è ormai finito. Questo chiede la Terra Madre”.
Un augurio ed un consiglio che sono, allo stesso tempo, il traguardo di successo raggiunto in questi primi 15 anni e il punto di partenza per un futuro vincente. E come accade per tutti gli anniversari importanti, serve anche qualcosa di tangibile e simbolico per rimarcarli: e così il logo Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti è stato ridisegnato dal suo autore, il grafico Pier Zuanon, reinterpretandolo sempre in chiave “deperiana”, ma disegnandolo sullo sfondo del numero 15 con tratti a mano che enfatizzano ulteriormente il concetto di artigianalità che identifica i Vignaioli Indipendenti.
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