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La Germania è il secondo mercato per il vino italiano, ma nel 2015 le importazioni hanno subito un calo del 3,6% in valore sul 2014, chiudendo a 2,47 miliardi di euro, come raccontano i dati del Global Trade Atlas analizzati dall’Italian Trade Agency

La Germania, con 82 milioni di abitanti, è, dopo gli Stati Uniti, il secondo mercato di riferimento per i vini italiani, e nel 2014 ha assorbito il 19,1% del valore totale delle esportazioni italiane del settore. Nel 2015, però, l’import enoico, sul mercato tedesco, ha subito un calo del 3,6% in valore sul 2014, chiudendo l’anno a quota 2,47 miliardi di euro, come raccontano gli ultimi dati del Global Trade Atlas (www.gtis.com), analizzati dall’Italian Trade Agency (www.ice.gov.it) in vista di ProWein (13-15 marzo, Dusseldorf, www.prowein.com) Un fatturato su cui i vini del Belpaese pesano per il 35,9%, confermando così la loro leadership, nonostante un calo del 2,4%, per un valore complessivo di 888 milioni di euro.
Al secondo poso, dietro all’Italia, c’è la Francia, a quota 680,7 milioni di euro, a fronte di un calo decisamente più pesante sull’import 2014, pari al -12%, seguita dalla Spagna, l’unica delle big a crescere, ma solo del 2%, a quota 386,2 milioni di euro, per una quota di mercato del 15,6%. A seguire, con quote marginali, tra il 2 ed il 4%, Stati Uniti, Sudafrica, Cile, Austria ed Australia.
Sulle importazioni tedesche dell’Italia, dominano, con una quota del 77% i vini in bottiglia (cresciuti del 12,1% tra il 2011 ed il 2015), mentre la quota dello sfuso ammonta al 14,7% e quella degli spumanti all’8%. I vini rossi e rosé Dop e Igp rappresentano la categoria più performante, con una quota del 43,9% delle importazioni totali, per un valore di 389,6 milioni di euro (+4,6% sul 2014 e +28,6% sul 2011), seguono i vini bianchi Dop e Igp, che pesano per il 20,4% sulle importazioni complessive, i vini frizzanti (12,2%) e gli spumanti (8%).

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