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EMERGENZA

La “Giornata Mondiale dell’Alimentazione” 2023 della Fao dedicata all’acqua

Il Presidente Sergio Mattarella: “diritto al cibo e all’acqua sono iscritti dentro un più ampio diritto alla vita, e sorreggono un’idea di sicurezza”

Una mobilitazione globale per trasformare il sistema agroalimentare, facendo in modo che produca più cibo per tutti utilizzando meno acqua: è “L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare indietro nessuno” il tema della “Giornata Mondiale dell’Alimentazione” 2023 della Fao, celebrata oggi in 150 Paesi del mondo, che pone l’accento sulla difficile situazione dei 2,4 miliardi di persone che vivono in Paesi con stress idrico, dove la scarsità d’acqua diventa una causa crescente di conflitti. Come ricorda la Fao, è una situazione in cui si trovano a vivere molti piccoli agricoltori, insieme a popolazioni indigene, migranti e rifugiati. E sono 600 milioni, inoltre, le persone che dipendono da sistemi alimentari basati soprattutto sull’acqua e che devono difendere la loro fonte primaria di cibo da inquinamento, dal degrado e dagli impatti dei cambiamenti climatici. Di tutta l’acqua presente sulla Terra, solo il 2,5% è dolce e, di questa, la maggior parte (72%) viene utilizzata per l’agricoltura. Come tutte le risorse naturali, l’acqua dolce non è infinita - osserva la Fao - e la rapida crescita della popolazione, l’urbanizzazione, lo sviluppo economico e il cambiamento climatico stanno sottoponendo le risorse idriche del pianeta a uno stress crescente.

Il numero di quanti soffrono di malnutrizione è in aumento, e ci restituisce l’immagine di un mondo in preoccupante ritardo nel perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, quadro di riferimento dei traguardi che la Comunità internazionale si è data per rendere sostenibile la vita sul pianeta”, ha detto nel suo intervento alla “Giornata Mondiale dell’Alimentazione” il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ricordando che “raggiungere questa sostenibilità, oggi, vuol dire non solo combattere la fame nel presente, ma impegnarsi per sradicare le cause che ne sono all’origine: penso alla perdurante difficoltà di alcune regioni del mondo di uscire dalla spirale della povertà, ai numerosi conflitti, con il loro bagaglio di crisi umanitarie sempre più protratte nel tempo; all’intensità e frequenza delle catastrofi naturali causate da un cambiamento climatico, che già oggi sta condizionando ogni aspetto della nostra vita, devastando interi territori e mietendo vittime. Ne sono tragica testimonianza le ultime inondazioni di Derna in Libia”.

Il Presidente della Repubblica ha quindi censurato “la scellerata decisione di Mosca, del luglio scorso, di uscire dall’accordo sul grano, che peggiora ulteriormente lo scenario. È un delitto trasformare cibo e acqua in strumenti di conflitto. Al contrario, sono testimonianza della indivisibilità del destino dell’umanità. Il diritto al cibo e all’acqua sono iscritti dentro un più ampio diritto alla vita, e sorreggono un’idea di “sicurezza umana” che richiede cooperazione. È questa la sfida che ci interpella: dare vita e dignità alle persone, ai popoli, di ogni latitudine. Assistiamo - ha proseguito Sergio Mattarella - ad un preoccupante aumento delle tensioni internazionali, ad un allargarsi delle faglie fra Paesi e fra regioni del mondo e ad un ritorno di atteggiamenti imperialistici e dei nazionalismi. Il Medio Oriente è nuovamente in fiamme, a causa di un vile attacco che è già riuscito ad elevare a livelli inusitati la spirale dell’orrore e delle violenze”.

Ma l’insicurezza alimentare non è solo scarsità di cibo: è anche, ha concluso Mattarella, “mancato accesso all’acqua, e la “Giornata Mondiale dell’Alimentazione” di quest’anno è, opportunamente, dedicata proprio a questo aspetto. La sfida per l’acqua è antica, basti pensare alla sofisticata rete di acquedotti che ci ha lasciato in eredità la Roma classica, e che le valse il titolo di “Regina Aquarum” (Regina delle Acque), testimonianza dell’ingegno e della determinazione richiesti per avere accesso a questo prezioso elemento. Oggi la sua scarsità o assenza è sempre più alla radice di povertà e conflitti e richiede di affrontare con determinazione e altrettanto ingegno la gestione sostenibile di un bene essenziale, che è al tempo stesso strumento di pace e moltiplicatore di benessere. L’accesso all’acqua, è un diritto fondamentale, oggi troppo spesso a rischio, anche per effetto del cambiamento climatico che vede la desertificazione di aree sempre più estese del pianeta. La sfida per vincere la piaga della fame - un imperativo morale, prima ancora che socio-economico - può e deve essere vinta rimettendo al centro l’impegno multilaterale, la capacità delle Nazioni Unite di operare una sintesi efficace del capitale umano, tecnologico e finanziario dei singoli Stati, impiegandolo laddove è più necessario, creando in tal modo uno sviluppo durevole. Le sfide che ho richiamato - dal cambiamento climatico, all’aumento dei conflitti, alla scarsità di cibo ed acqua, che ne sono la conseguenza - hanno un denominatore comune: sono tutte transnazionali. Da qui l’esigenza di combatterle utilizzando e valorizzando al meglio quel formidabile strumento rappresentato dalle Nazioni Unite, l’unico disponibile, e, per quel che riguarda l’agricoltura e la nutrizione, dalle Agenzie che orgogliosamente ospitiamo qui a Roma”, ha chiosato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dalla “Giornata Mondiale dell’Alimentazione”.

Tre le parole d’ordine per un cambiamento tangibile: “innovazione, investimenti ed educazione”, come ha detto Maximo Torero, capo economista e vicedirettore generale per il Dipartimento per lo sviluppo economico e sociale presso la Fao, secondo il quale è necessario “un investimento di quasi 1.000 miliardi di dollari. Sono 31 i Paesi che, con i loro ministri, presenteranno i loro piani di investimento e che avranno degli incontri bilateriali con i donatori potenziali”. La Giornata apre di fatto una settimana dedicata al tema della crisi alimentare e fino al 20 ottobre, la sede centrale della Fao accoglierà leader mondiali, esperti, promotori del cambiamento, giovani e attivisti indigeni per lavorare per un futuro sostenibile. Tante le iniziative in programma, tra spettacoli di droni e luoghi iconici illuminati in tutto il mondo, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la consapevolezza del problema. Dal 16 al 20 ottobre, inoltre, si svolgeranno il Forum mondiale dell’alimentazione, il Forum mondiale della gioventù, dove gli studenti si confronteranno con chef, atleti, attivisti e musicisti, per parlare di azioni di risparmio idrico e di pratiche sostenibili, il Forum della scienza e dell’innovazione e il Forum d’investimento, dedicato a iniziative trainate dai singoli Paesi per promuovere gli investimenti in favore dell’agricoltura sostenibile.

Focus - Le risorse idriche nel mondo

Nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente (la cosiddetta regione Mena, ndr) il prelievo di acqua agricola è ben oltre il limite delle risorse rinnovabili di acqua dolce, ma numerose altre nazioni - Spagna, Sud Africa, Corea del Sud, Pakistan e India - si distinguono per l’utilizzo di una quota maggiore delle loro risorse di acqua dolce in agricoltura rispetto ai loro vicini. È quanto emerge dai dati 2020 (gli ultimi disponibili) del database “Aquastat” della Fao.
I climi desertici, come quelli della penisola arabica, fanno sì che i Paesi usino una quantità di risorse idriche eccessive in agricoltura, e diversi studi hanno portato alla conclusione che gli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, potrebbero rimanere senza acque sotterranee entro il 2030. Estrema anche la condizione di Pakistan e Iran, dove tra il 63% e il 70% delle risorse rinnovabili di acqua dolce sono state dedicate all’agricoltura nel 2020, e potrebbero arrivare al 68% e al 77% nel 2030. Anche l’agricoltura estensiva e ad uso intensivo di acqua, comprese le colture di cotone, sta facendo aumentare l’uso di acqua dolce nei climi semi-aridi dell’Asia centrale: qui, l’Uzbekistan utilizzava il 111% delle risorse idriche rinnovabili all’anno, seguito dal Turkmenistan, con il 65% (106% se si considera tutto l’utilizzo di acqua dolce). L’unico altro Paese che ha usato per intero tutta l’acqua dolce disponibile, solo combinando l’agricoltura ed altri usi, è stata la Giordania.
L’agricoltura rappresenta il 72% dell’utilizzo complessivo di acqua dolce a livello globale, incluso un gran numero di usi eccessivi, e secondo la Fao, negli ultimi decenni le risorse globali di acqua dolce pro capite sono diminuite del 20%, mentre disponibilità e qualità di acqua sono peggiorate. Ulteriori fattori che giocano un ruolo in questo sono l’inquinamento e il cambiamento climatico, che riducono ulteriormente la preziosa risorsa, celebrata oggi nella “Giornata Mondiale dell’Alimentazione”.

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