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La Gran Bretagna è una meta privilegiata per il commercio enoico, ma un terzo dei consumi è prodotto “in casa”: l’Accolade Park di Bristol, la più grande catena di imbottigliamento d’Europa, si allarga, e produrrà 600 milioni di bottiglie l’anno

Italia
Accolade Park

Nonostante il peso della pressione fiscale, la Gran Bretagna rimane una delle mete privilegiate per il commercio del vino, cui i grandi produttori europei guardano con estremo interesse, proprio come fanno con la Germania. A fare la differenza, però, è l’Accolade Park, la più grande catena di imbottigliamento d’Europa, aperta a Bristol da Accolade Wines (gruppo proprietario di marchi del vino globali come Hardys, Banrock Station, Echo Falls e Kumala), nel gennaio del 2009, ed ampliata solo qualche giorno fa con l’inaugurazione di una nuova linea, la sesta, che porta la capacità produttiva dell’Accolade Park a quota 1.200 bottiglie di vino al minuto o, per capirne meglio la portata, a 600 milioni di bottiglie l’anno.
Un terzo del vino consumato in Uk, in sostanza, è prodotto “in casa”: a Bristol arrivano container da 25.000 litri da ogni parte del mondo, secondo una strategia che, come racconta al magazine britannico “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) Paul Schaafsma, ceo di Accolade Wines, “permette all’aziemnda di fornire qualità, affidabilità e flessibilità ai proprio clienti di Uk ed Europa dimezzando le emissioni di anidride carbonica legate al trasporto”. Aspetto ribadito anche da Miles Beale, a capo della Wine and Spirit Trade Association, che di fronte al Ministro dell’Ambiente e delle Politiche Alimentari e Ruarali, George Eustice, presente all’inaugurazione della nuova linea, ha ricordato che “il Regno Unito ha un posto centrale nel panorama enoico mondiale: siamo il sesto mercato, il vino è la bevanda più apprezzata e genera, ogni anno, un’attività economica da 17,3 miliardi di sterline”.

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