Da Antinori a Tenuta San Guido, da Ferrari a Caprai, da Allegrini ad Ornellaia, da Masciarelli a Feudi di San Gregorio, da Mastroberardino a Quintodecimo, da Famiglia Cotarella a Bellavista, da Cà del Bosco a Tenuta di Trinoro, da Nino Negri a Umani Ronchi, da Gaja a Marchesi di Barolo, da Gianfranco Fino a Leone de Castris, da Tormaresca ad Argiolas, da Santadi a Donnafugata, da Pietradolce a Planeta, da Tasca d’Almerita a Gini, da Canalicchio di Sopra a Carpineto, da Castello di Albola a Fontodi, da Frescobaldi a Fuligni, da Rocca delle Macie a Lungarotti, da Masi a Nino Franco, da Zenato a Cantine Lunae, da Di Majo Norante a Fèlsina, da Mascarello a Pieropan, da Paternoster a Bruno Giacosa, da Mazzei a Terlano, da San Leonardo a ad Aldo Conterno: sono solo alcune delle oltre 100 cantine selezionate da “Wine Spectator” per Opera Wine 2019 (https://www.vinitalyinternational.com/operawine-2019-2-2/?lang=it), edizione n. 8 della ormai tradizionale “anteprima” di Vinitaly, di scena il 6 aprile alla Gran Guardia. Nel pomeriggio la degustazione degli alfieri del vino selezionati da tutte le Regioni del Belpaese, nella mattinata la conferenza stampa con i vertici di “Wine Spectator”, Thomas Matthews, Alison Napjus e Bruce Sanderson, che illustreranno tendenze e curiosità sul vino italiano in Usa, primo e fondamentale mercato straniero per le cantine del Belpaese, emerse dalle opinioni dei lettori della rivista, sondati on line.
“Siamo felici della partnership con Veronafiere e Vinitaly, e di organizzare una nuova edizione di Opera Wine - ha commentato Marvin R. Shanken, editore di “Wine Spectator - ogni anno la nostra selezione mira a raccontare la grande qualità e la diversità regionale del vino italiano. Da vini di oltre 20 anni a nuovi produttori che non avevano mai partecipato, non vediamo l’ora di accendere i riflettori su una selezione impressionante di vini”.
Un’edizione 2019 di Opera Wine ispirata al tema della “Generative Art”, “arte che genera arte”, “dove, l’opera artistica, è il prodotto di un sistema autonomo in grado di determinare le caratteristiche di un’opera che altrimenti richiederebbero decisioni prese direttamente dall’artista”, corrente fondata all’artista britannico Harold Cohen. “Ci siamo ispirati a questa espressione artistica, e creato immagini e disegni caleidoscopici generati al computer. Come nel processo creativo della Generative Art, anche il vino è creato tanto dagli uomini, quanto da forze su cui l’uomo non ha potere diretto, come il tempo”, ha spiegato la managing director di Vinitaly International, Stevie Kim.
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