Fatto salvo il cosiddetto “coprifuoco” dalle ore 23 alle ore 5 del mattino, una delle misure messe in campo per contenere la crescita dei contagi da Covid 19 la Regione Lombardia, dove i contagi crescono a ritmo serrato, fa dietrofront sul tema della vendita di vino e alcolici in negozi, supermercati, enoteche e così via. Dopo la protesta del mondo del vino iniziata nei giorni scorsi dell’imprenditore chiantigiano Mario Piccini con un lettera aperta, come riportato in anteprima da WineNews, a cui sono seguite poi le prese di posizione di rappresentanze come Unione Italiana Vini (Uiv), Federvini e Assoenologi, e di consorzi come quello del Chianti e quello della Franciacorta, nella nuova ordinanza 623 pubblicata nella tarda serata di ieri dalla Regione guidata da Attilio Fontana, il divieto di vendita è caduto, mentre restano restrizioni al consumo, con quello di bevande alcoliche sempre vietato in aree aperte al pubblico. In particolare, spiega la Regione: “le attività di somministrazione di alimenti e bevande, sia su area pubblica che privata (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, rosticcerie, pizzerie, chioschi) sono consentite dalle ore 5 alle ore 23. Dopo le ore 18 il consumo deve avvenire esclusivamente ai tavoli. È consentito un massimo di 6 persone per tavolo, senza conteggiare conviventi e congiunti; con la chiusura degli esercizi pubblici all’ora stabilita deve cessare ogni somministrazione e va effettuato lo sgombero del locale, resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio, mentre la ristorazione con asporto o con modalità “drive-through” (servizio in automobile) è consentita fino alle ore 23.00, con divieto di consumare sul posto o nelle vicinanze; sono chiusi i distributori h24 di bevande e alimenti confezionati dalle ore 18.00 alle ore 5.00 (solo se con accesso dalla strada); è vietata dalle ore 18 alle ore 5 la consumazione di bevande su aree aperte al pubblico; è sempre vietato il consumo di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione nelle aree pubbliche compresi parchi, giardini e ville aperte al pubblico”. Ancora, tra le altre misure, nelle giornate di sabato e domenica è disposta la chiusura di grandi strutture di vendita ed esercizi commerciali al dettaglio presenti all'interno dei centri commerciali, mentre restano invece aperti, anche il sabato e la domenica, tra gli altri i negozi che vendono generi alimentari.
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